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49enne tossicodipendente rischia di investire tre Carabinieri

Una tragedia sfiorata per tre Carabinieri di Albano Sant’Alessandro, che sarebbe stata ancora più grave di quella accaduta ad Emanuele Anzini, vittima dell’incidente accaduto a Terno d’Isola nella notte tra domenica e lunedì. E’ successo martedì nel primo pomeriggio, verso le 13, in via Santuario ad Albano, dove una 49enne ha rischiato di travolgere, con la sua auto, tre Carabinieri. La donna, una tossicodipendente priva di patente, assicurazione e revisione della sua vettura, una Opel Corsa, si stava recando per acquistare della droga. Nelle vicinanze i tre Carabinieri della Tenenza di Seriate, un maresciallo maggiore, un brigadiere e un appuntato, in abiti borghesi per un servizio contro lo spaccio, l’avevano colta in flagrante mentre ritirava un quantitativo di stupefacente dal suo pusher. Vista la lunga coda di auto in via Santuario, all’incrocio con via Tonale, i Carabinieri le si avvicinano a piedi alla vettura ed esibendo il tesserino d’ordinanza la invitano ad accostare in una piazzola vicina. La donna all’inizio è accondiscendente, ma poi tutto d’un tratto mette la retro e cercando di uscire dalla coda di auto per sfuggire alle forze dell’ordine, ha rischiato di travolgere i Carabinieri che per prontezza di riflessi, l’hanno schivata evitando il peggio. La donna, percorre a tutta velocità la strada in contromano, senza creare fortunatamente incidenti. Dietro di lei, i Carabinieri che la inseguono in auto e la raggiungono in una via senza uscita. La 49 è stata arrestata per resistenza a pubblico ufficiale, in possesso anche di una pallina di cocaina e una di eroina per uso personale. L’arresto è stato convalidato senza misure cautelari. Durante il processo la donna si è mostrata dispiaciuta e ha chiesto scusa. Il dibattimento è stato rinviato al 16 luglio, quando il giudice deciderà se accettare o meno la richesta di messa alla prova avanzata dal legale dell’imputata. L’arresto è stato convalidato senza misure cautelari. Il dibattimento è stato rinviato al 16 luglio, data in cui il giudice deciderà se accettare o meno la richesta di messa alla prova avanzata dal legale dell’imputata.

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