Con parole forti e commosse, il Capodistaccamento dei Vigili del fuoco di Darfo, Antonio Genito, ha voluto dire il suo grazie e quello di colleghi e amici ai tanti cittadini che in queste ore stanno portando solidarietà al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
E lo ha fatto dopo quell’interminabile minuto di silenzio che tutti i Vigili del fuoco hanno osservato alle 11.00 di venerdì 8 novembre, momento in cui ad Alessandria in Duomo sono iniziati i solenni funerali di Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, tre vigili del fuoco del comando di Alessandria morti a Quargnento nell’esplosione che ha distrutto una cascina. Il silenzio è calato forte, duro e solenne su pensieri e coscienze, a ricordare, se ce ne fosse ancora bisogno, il servizio irto di pericoli, non conosciuti dai più, che questi cittadini italiani affrontano quotidianamente, ogni giorno e ogni notte dell’anno, in ogni situazione. Molti li chiamano eroi quando accadono eventi straordinari, come nel caso della morte violenta, durante un servizio di spegnimento di un incendio nella cascina di Quargnento: in realtà, il loro eroismo è fatto anche di una serie infinita di attimi, di piccole cose, continue, costanti, di rinunce e sacrifici, di sogni di ragazzi che aiutano la gente ogni giorno. Hanno anche un loro inno, cameratesco e sprizzante orgoglio, che continua a ripetere: “Salviam la vita agli altri: il resto conta poco; il pompiere paura non ne ha, il pompiere paura non ne ha”. I 30mila italiani attivi sul campo con i 5mila impiegati, ispettori, dirigenti, con i loro 730mila interventi all’anno, 2mila al giorno, questo venerdì hanno nascosto sotto il casco d’ordinanza il dolore e le lacrime per le vite di tre ragazzi, sposi, padri, figli e fratelli e lo hanno fatto stringendosi idealmente la mano lungo tutta questa magnifica e sfortunata Italia, alla quale il destino crudele, che si nasconde dietro la missione ed il lavoro, toglie i figli. A loro, almeno per un giorno, è andato il ringraziamento di tutta la nazione, fino ai luoghi più distanti, dal più grande comando al più piccolo distaccamento: un grazie che spesso ripaga i mille sacrifici e dona forza per continuare.