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Welfare per la microimpresa, al via la sperimentazione sul territorio bergamasco

Welfare per la microimpresa, al via la sperimentazione sul territorio bergamasco

Favorire la diffusione del welfare aziendale nelle micro e piccole imprese del tessuto economico bergamasco, attraverso la promozione di servizi concretamente a sostegno della persona, con una particolare attenzione alla conciliazione tra la vita privata e familiare e il lavoro. Con questo obiettivo sono nate due sperimentazioni nell’ambito degli interventi di conciliazione e welfare aziendale, promosse sul territorio locale da Confimi Industria Bergamo, Confcooperative Bergamo e Welfare Lynx, finanziati da un bando di Regione Lombardia, gestito da Ats Bergamo. Partner del progetto sono ASC Solidalia, Comune di Osio Sotto e i consorzi di cooperative Cum Sortis, Ribes e Solco Città Aperta.

Il progetto, in corso di implementazione per tutto il 2023, con il coinvolgimento di circa 25 aziende e un bacino di riferimento di oltre 100 dipendenti, intende superare la logica dei soli sostegni economici al reddito, puntando sulla diffusione dei servizi alla persona realizzati dal terzo settore locale e in stretta collaborazione con il welfare pubblico territoriale. Questa sinergia, valore aggiunto dell’iniziativa, permette l’ascolto del bisogno (latente o espresso) delle popolazioni aziendali e di offrire una risposta puntuale, grazie all’integrazione dei servizi del welfare territoriale con quelli messi a disposizione dal privato sociale.

Necessità particolarmente forte, nel caso delle realtà produttive più piccole dove la creazione di piani di welfare incontra maggiori difficoltà, rispetto alla grande impresa, nonostante l’interesse sia crescente, tanto negli imprenditori quanto nei lavoratori.

Tra le prime iniziative proposte We.Kids, spazio ricreativo temporaneo nei giorni di chiusura scolastica per figli di dipendenti, We.Play, progetti ricreativi estivi settimanali e la Stireria aziendale, servizio salvatempo che prevede il ritiro e consegna dei capi stirati in azienda.

“I progetti portati avanti da Confimi Industria Bergamo, insieme ai colleghi del mondo della cooperazione sociale e a partner pubblici – commenta Edoardo Ranzini, direttore di Confimi Industria Bergamo – hanno messo in evidenza come il nostro tessuto manifatturiero di micro e piccole imprese sia aperto a sperimentazioni di misure di welfare con il quale rispondere ai bisogni dei propri lavoratori. Occorre ora lavorare affinché queste best practice siano sempre più diffuse. In un contesto socio-economico, mutato radicalmente a seguito del Covid, il poter conciliare la propria vita lavorativa con la propria vita personale e familiare è, infatti, diventato un benefit prezioso tanto quanto un buono stipendio. Pertanto, esperienze di welfare, come la stireria solidale o i centri ricreativi durante le chiusure annuali scolastiche, diventano strumenti concreti di aiuto ai lavoratori che, sgravati da alcune delle molteplici incombenze quotidiane, riescono a trovare una maggior serenità sul luogo di lavoro così come all’interno del proprio nucleo familiare”.

La sperimentazione è stata finanziata da Regione Lombardia, attraverso il bando “Interventi di conciliazione e welfare aziendale”, gestito a livello territoriale dall’Ats di Bergamo. Misura che, finanziando al 70% i partenariati tra pubblico e privato, intende “sostenere l’armonizzazione tra vita privata e vita professionale anche quale leva per garantire una maggiore parità tra uomini e donne, nel lavoro e nell’accesso alle opportunità, promuovendo servizi di assistenza/supporto al caregiver familiare e per la cura dei figli in periodi di chiusura scolastica oppure servizi salva tempo”.

Come evidenza Massimo Giupponi, direttore generale Ats Bergamo, “alla luce dei primi riscontri scaturiti dal monitoraggio dei due progetti promossi da Regione Lombardia nell’ambito del più ampio programma regionale di Conciliazione vita-lavoro e di welfare aziendale, si colgono i primi frutti della sperimentazione in atto. Le azioni attuate da Confimi Industria nei confronti delle piccole e medie imprese coinvolte nei due progetti, agiscono da forte stimolo per la diffusione della cultura del welfare aziendale a vantaggio dei dipendenti di micro e piccole imprese, con un’attenzione alla promozione di servizi alla persona realizzati dal terzo settore locale in stretta collaborazione con il welfare pubblico territoriale. Un obiettivo ambizioso e impegnativo che l’Ente capofila sta perseguendo con tenacia, competenza e metodologie appropriate a tali contesti, forte dell’esperienza e della conoscenza acquisite nel tempo”.

La formula innovativa del progetto sta anche nell’approccio aggregativo, sia sul fronte della domanda, sia sul fronte della risposta: diversi lavoratori, con medesime esigenze, come la cura dei bambini, possono trovare una comune soluzione in un’offerta condivisa, qualificata e professionale (più cooperative, più servizi, più territori).

I servizi erogati nell’ambito della sperimentazione da Welfare Lynx, la rete di 16 cooperative sociali specializzata nell’erogazione di servizi e consulenze alle imprese in ambito welfare aziendale, oltre che privato, incoraggiano proprio l’aggregazione.

“Confcooperative Bergamo ha da sempre sostenuto e guardato con interesse alle iniziative di Welfare Lynx – sottolinea Lucio Moioli, segretario generale Confcooperative Bergamo – una forma di aggregazione tra cooperative sociali che consente di sviluppare forme innovative di welfare, in cui si mettono in sinergia competenze diverse per dare risposte flessibili e su misura alle richieste di persone e famiglie. Il welfare aziendale è un settore strategico: un’occasione per le imprese per qualificarsi agli occhi dei collaboratori e diventare più attrattive, un’occasione per persone e famiglie di avere un tassello in più con cui comporre una risposta al puzzle dei bisogni, dalla conciliazione per i genitori con figli piccoli a quella dei figli con genitori anziani, passando per le esigenze di “time saving” oggi sempre più pressanti nella vita in ricorsa che ci vede tutti coinvolti. È anche una scelta politica, che speriamo i decisori pubblici e le parti sociali adottino con sempre maggiore coerenza, cercando di orientare le risorse e gli incentivi verso servizi che siano autentico welfare e non mero ampliamento del reddito. Nello specifico il progetto ha poi un elemento qualificante importante dato dalla trasversalità della rete che lo ha promosso. Da una parte mostra le potenzialità aperte dal lavorare insieme da parte di chi rappresenta le Pmi, pur in ambiti diversi, come in questo caso Confcooperative Bergamo e Confimi Industria Bergamo entrambi appartenenti a Imprese&Territorio, e dall’altra la positività generata dal coniugare l’azione del pubblico e del privato, come testimoniato dal ruolo di Ats Bergamo”.

Sportelli informativi in azienda e welfare manager specializzati nella raccolta delle istanze e nell’orientamento dei dipendenti verso i migliori servizi assicurano la massima efficacia delle azioni.

Secondo Marco Vanoli, referente rete Welfare Lynx, “questi progetti di welfare per le micro e piccole imprese rappresentano un’importante occasione di sperimentazione e innovazione per almeno tre motivi. Anzitutto, promuovono pratiche concrete di welfare aziendale nelle micro e piccole imprese. Se tradizionalmente il welfare aziendale si è sviluppato nelle realtà aziendali più grandi, negli ultimi anni si registrano numeri crescenti anche nelle realtà più piccole, numeri che certamente possono essere incentivati attraverso sperimentazioni dirette di servizi per lavoratori e famigliari. In secondo luogo, pongono massima attenzione al welfare sociale, al welfare cioè dei servizi alla persona e della conciliazione. Senza sottovalutare l’importanza di buoni spesa o carburante, che possono sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, è importante non dimenticare la natura sociale del welfare aziendale, che trova piena espressione nei servizi educativi, ricreativi, assistenziali e di conciliazione per i lavoratori e i loro familiari. Infine, incentivano l’aggregazione della domanda, attraverso per esempio la realizzazione di spazi ricreativi aziendali nei giorni di chiusura scolastica che permettono di offrire un servizio educativo più socializzante per i bambini dal punto di vista pedagogico e più sostenibile dal punto di vista economico-organizzativo rispetto alla risposta individuale. I dipendenti di una o più micro e piccole imprese rappresentano potenziali comunità di pratiche che possono rispondere in modo efficace, se ben organizzate, ai propri bisogni di welfare”.

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