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La Lombardia, con quasi 53.000 associazioni, circa il 16% del totale italiano, e oltre 1 milione di volontari, è la regione italiana con la presenza più forte di associazioni attive e di volontari.

Seguono il Lazio (9,2%), il Veneto (8,9%), il Piemonte (8,5%), l’Emilia-Romagna (8%) e la Toscana (7,9%). Il Nord-est mostra l’incidenza maggiore (67,4 istituzioni ogni 10.000 abitanti) se si rapporta il numero di istituzioni alla popolazione residente.
Il quadro emerge dai dati rielaborati dall’Istat sul numero di istituzioni non profit attive in Italia e sulle loro principali caratteristiche: forma giuridica, attività prevalente, risorse umane (fra dipendenti e volontari).

Questi i dati ripresi nell’approfondimento settimanale di #LombardiaSpeciale, pubblicato sul sito www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it

PRIMATO LOMBARDO POGGIA SULLE POLITICHE – “Il primato lombardo in questo settore – ha detto l’assessore alle Politiche sociali, abitative e Disabilità Stefano Bolognini – è una conseguenza naturale della nostra attenzione alla persona, al territorio, alla cultura, alla salute, alla casa, alla protezione dell’ambiente, alla sicurezza, al bene. Continua la collaborazione con il Terzo settore e le loro rappresentanze per costruire in modo condiviso la realizzazione della nuova legge nazionale. Pochi giorni fa ho incontrato le associazioni che si occupano di educazione alla legalità e contrasto alla criminalità; a Natale ci siamo confrontati con chi lavora a contatto coi bambini sofferenti negli ospedali o che sono disabili per mettere in rete risorse e strumenti. Come pure con la Croce rossa, gli Alpini e la Protezione civile e gli enti che si occupano di recupero alimentare. È costante anche il rapporto con le associazioni dei non vedenti e non udenti e, in genere, della disabilità permanente con un’attenzione particolare alle situazioni dei disabili gravi, gravissimi e delle loro famiglie in una logica di promozione dei diritti. La realizzazione dei parco giochi inclusivi, ad esempio, è nata anche a seguito di un confronto con le stesse associazioni”.

NON PROFIT RADICATO AL NORD – Le istituzioni non profit, secondo l’Istat, sono radicate soprattutto nel Nord Italia (171.419, 51% del totale nazionale) rispetto al Centro (22,5%) e al Mezzogiorno (26,5%). Le regioni con la minore presenza di istituzioni sono la Valle d’Aosta (0,4%), il Molise (0,5%) e la Basilicata (1%).

FORMA GIURIDICA – Anche la distribuzione per forma giuridica nelle diverse regioni evidenzia differenze significative: se le fondazioni sono più diffuse in Lombardia (3,6%), Lazio (2,2%), Liguria (2,1%) ed Emilia-Romagna (2,0%), le associazioni riconosciute e non riconosciute hanno un peso maggiore in Friuli-Venezia Giulia (90,7%), Abruzzo (89,0%), Provincia Autonoma di Bolzano (88,6%) e Toscana (87,8%).

SETTORI E RISORSE UMANE – Le organizzazioni si concentrano soprattutto nell’area cultura, sport e ricreazione (65% del totale nazionale), che precede l’assistenza sociale, in cui sono incluse anche le attività di protezione civile (pari al 9,2% del totale).
Guardando alla distribuzione delle risorse umane per settore di attività prevalente, si nota che i dipendenti delle organizzazioni non profit sono concentrati in quattro ambiti che raccolgono l’86,1% dei dipendenti del settore: Assistenza sociale e protezione civile (36%), Sanità (22,6%), Istruzione e ricerca (15,8%) e Sviluppo economico e coesione sociale (11,8%).

AZIONI STRUTTURALI – “Per favorire l’inserimento dell’azione che svolge il volontariato – ha spiegato Bolognini – abbiamo messo in campo azioni strutturali che favoriscono la creazione di una rete anche grazie a provvedimenti di contrasto alla povertà tramite il reddito di inclusione lombardo, i piani zona, i progetti del terzo settore o le liste per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sulle politiche per la casa ci stiamo muovendo per recuperare e rigenerare un immenso patrimonio immobiliare, contrastando l’abusivismo. Abbiamo introdotto anche sperimentazioni come la sospensione dei canoni di locazione dei meritevoli e il sostegno ai laboratori sociali di quartiere. Tutto questo però avrebbe forza quasi nulla senza l’azione forte e decisa del volontariato lombardo”.