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Vaccino anti-influenzale: ATS Bergamo presenta il vademecum Ecco cosa c’è da sapere


Dal 6 novembre al 13 gennaio 2018 è disponibile il vaccino anti-influenzale. La vaccinazione è fortemente consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire forme gravi e complicate di influenza e ridurre la mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave. Rappresenta, come spiegato questa mattina nel corso della conferenza stampa organizzata da Ats Bergamo, un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze. 

Come di consueto, tutti i soggetti con età uguale o superiore ai 65 anni e coloro che sono inseriti nei programmi ADI e ADP o sono allettati o disabili, potranno rivolgersi per la somministrazione gratuita della vaccinazione anti-influenzale ai propri medici di famiglia. Chi ha meno di 65 anni d’età e appartiene a categorie a rischio, potrà invece rivolgersi al Centro Vaccinale ASST di residenza nelle sedi e negli orari previsti dal centro stesso. 

I vaccini disponibili presso gli ambulatori dei medici di famiglia o presso il Centro Vaccinale ASST sono: il vaccino subvirionico, contenente antigeni di superficie dei virus influenzali, il vaccino adiuvato, contenente antigeni di superficie emulsionati ad adiuvante oleoso MF59, indicato per adulti di età superiore a 65 anni e il vaccino tetravalente, un vaccino split contenente due ceppi A e due B di virus influenzali. Dal 6 novembre è inoltre disponibile la vaccinazione anti-pneumococco per i nati nel 1952. 

La vaccinazione anti-influenzale è offerta gratuitamente a chi ha 65 anni o più, ai bambini dai 6 mesi in su e agli adulti affetti da patologie croniche come malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma di grado severo, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la BPCO), malattie dell’apparato cardio-circolatorio (comprese cardiopatie congenite e acquisite), diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti), tumori, epatopatie croniche, malattie renali con insufficienza renale cronica, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici, malattie neuromuscolari associate ad aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie. Ancora: bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica; persone conviventi con soggetti ad alto rischio che non possono essere vaccinati, persone ricoverate presso strutture sanitarie e socio-sanitarie per lungodegenti, medici e personale sanitario di assistenza, personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (certificati dal medico competente: allevatori, addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti), forze di polizia e vigili del fuoco.

«Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza e rappresenta un’importante protezione soprattutto per i soggetti a rischio come i bambini, gli anziani o le persone affette da malattie croniche. Ed è importante ripetere la somministrazione ogni anno perché il vaccino ha una protezione limitata nel tempo, pari a circa 6 – 12 mesi, e i virus influenzali mutano molto velocemente» – ha consigliato la Dott.ssa Mara Azzi, direttrice generale di ATS Bergamo, ricordando che gli unici soggetti che non dovrebbero essere vaccinati sono: i bambinial di sotto dei sei mesi, i soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico a una precedente somministrazione di vaccino o a uno dei suoi componenti o chi ha in corso una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre. In questi casi, meglio rimandare la vaccinazione a guarigione avvenuta. Rappresentano, invece, false controindicazioni: l’allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche, malattie acute di lieve entità, infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. 

La conferenza inoltre è stata occasione per fare chiarezza rispetto a dubbi e paure legate a eventuali effetti indesiderati dei vaccini antinfluenzali. I medici presenti hanno spiegato che si tratta di preparati che contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali. Possono comunque verificarsi effetti collaterali come reazioni locali, dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione nonché febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni. Molto più raramente, invece, possono presentarsi episodi di trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici. Non è stata invece dimostrata l’associazione tra vaccinazione e sindrome di Guillain Barrè.

«Il vaccino è indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni. E non ci sono dubbi rispetto alla qualità: i vaccini vengono controllati durante la produzione e prima dell’immissione in commercio poiché devono soddisfare gli standard previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e i criteri imposti dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Sono dunque il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze» – ha dichiarato il Dott. Giancarlo Malchiodi, direttore UOC Medicina Preventiva nelle Comunità, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria ATS Bergamo.


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