Un contesto architettonico di grande respiro, nel cuore del borgo medievale, per raccontare attraverso larte percorsi umani di grande spessore. Viene inaugurata giovedì 3 luglio alle ore 18 presso Palazzo Picinali Testa in via Papa Giovanni, 45 a Gandino la mostra Untitled che propone le opere di Bruno Simon, Federica Valetti, Simone Martinelli, Marco Amadio Marchesi.
Larte non è un lusso – scrivono gli artisti per presentare levento, riprendendo una citazione di Papa Francesco ma necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito allazione, richiamo, grido. Non smettete mai di interrogare, di cercare, di rischiare. Il mondo ha bisogno di artisti profetici. Gli artisti, legati anche da esperienze comuni espongono presso lantico palazzo gandinese dove Simone Martinelli è padrone di casa. Nato nel 1983, ha lauree in economia ed interior design. Dipinge soprattutto fiori, paesaggi, linee, astratti, per un bisogno interiore di esternare le sue emozioni, positive o negative che siano, come fosse una forma di terapia psicologica. Esplora e rielabora vissuti difficili da esprimere verbalmente. Federica Valetti, classe 1990, dimostra sin dalle scuole medie una predisposizione al disegno, i colori restano per lei uno scoglio difficile da superare. Inizialmente usa colori (giallo, nero) che esprimono il suo disagio. Frequenta il C.F.P. di Albino e in questo triennio, nei vari laboratori, spicca unattitudine artistica. Iscritta allassociazione Noialtri frequenta diversi laboratori darte con linsegnante Lianne Schreuder (esperta darte per ragazzi autistici) che segue anche alla scuola darte Fantoni a Bergamo. Federica principalmente copia opere di grandi artisti, rielaborandole a modo proprio, utilizzando colori diversi dalle opere originali. Per lei disegnare è un modo per rilassarsi, estraniarsi dalle ansie e preoccupazioni giornaliere.
Per Simone e Federica un trait dunion importante è Marco Amadio Marchesi di Alzano, che ama definirsi artigiano della pittura, ma la cui cifra umana va certamente al di là dellarte, sperimentata con grande successo anche nelle vesti di educatore calcistico nei settori giovanili della provincia. Nato nel 1961, vanta una passione, quella per il disegno, nata sui banchi di scuola. Il tempo libero, rubato un poco alla famiglia, lo passa tre le tele e acquarelli nel suo studio di Alzano Lombardo. Allievo a Ranica del maestro Giuseppe Saccone, dal 1992 prosegue il suo percorso presso la Bottega dellArte di Mozzo, sotto la guida di Emilio Tonissi e Francesco Savinelli, dove studia ed approfondisce varie tecniche dallolio allacquarello, dal disegno allincisione.
In mostra a Gandino ci saranno anche le opere di Bruno Simon, nato a Vienna in una famiglia ebraica nel 1913 e morto in Italia nel settembre 1999. Scultore e incisore, studiò arte con il pittore Julius Bissier a Friburgo, in Germania, e in seguito scultura con Maillol e Mallfray all’Académie Rason di Parigi; trascorse anche un periodo a Firenze e Carrara, prima di trasferirsi in Inghilterra nell’agosto del 1939, alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. In seguito all’introduzione dell’internamento dei cosiddetti “nemici stranieri” in Gran Bretagna nel giugno del 1940, fu inviato in un campo del Commonwealth in Australia. Nei campi di internamento realizzò monotipi, disegni e sculture, talvolta utilizzando l’argilla raccolta sotto le baracche.
Nel 1949 Simon tornò in Inghilterra. Espose anche all’Institut Français di Londra e sue opere furono incluse in mostre al Rothschild Cultural Centre di Londra (1959) e al St John’s Wood Communal Centre (1962). Nel 1967 si stabilì in Italia. Nel Regno Unito sue opere sono conservate nella Ben Uri Collection e nei Nottingham City Museums & Galleries, oltre che nel Centre for Australian Art di Melbourne.
Larte non è un lusso – scrivono gli artisti per presentare levento, riprendendo una citazione di Papa Francesco ma necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito allazione, richiamo, grido. Non smettete mai di interrogare, di cercare, di rischiare. Il mondo ha bisogno di artisti profetici. Gli artisti, legati anche da esperienze comuni espongono presso lantico palazzo gandinese dove Simone Martinelli è padrone di casa. Nato nel 1983, ha lauree in economia ed interior design. Dipinge soprattutto fiori, paesaggi, linee, astratti, per un bisogno interiore di esternare le sue emozioni, positive o negative che siano, come fosse una forma di terapia psicologica. Esplora e rielabora vissuti difficili da esprimere verbalmente. Federica Valetti, classe 1990, dimostra sin dalle scuole medie una predisposizione al disegno, i colori restano per lei uno scoglio difficile da superare. Inizialmente usa colori (giallo, nero) che esprimono il suo disagio. Frequenta il C.F.P. di Albino e in questo triennio, nei vari laboratori, spicca unattitudine artistica. Iscritta allassociazione Noialtri frequenta diversi laboratori darte con linsegnante Lianne Schreuder (esperta darte per ragazzi autistici) che segue anche alla scuola darte Fantoni a Bergamo. Federica principalmente copia opere di grandi artisti, rielaborandole a modo proprio, utilizzando colori diversi dalle opere originali. Per lei disegnare è un modo per rilassarsi, estraniarsi dalle ansie e preoccupazioni giornaliere.
Per Simone e Federica un trait dunion importante è Marco Amadio Marchesi di Alzano, che ama definirsi artigiano della pittura, ma la cui cifra umana va certamente al di là dellarte, sperimentata con grande successo anche nelle vesti di educatore calcistico nei settori giovanili della provincia. Nato nel 1961, vanta una passione, quella per il disegno, nata sui banchi di scuola. Il tempo libero, rubato un poco alla famiglia, lo passa tre le tele e acquarelli nel suo studio di Alzano Lombardo. Allievo a Ranica del maestro Giuseppe Saccone, dal 1992 prosegue il suo percorso presso la Bottega dellArte di Mozzo, sotto la guida di Emilio Tonissi e Francesco Savinelli, dove studia ed approfondisce varie tecniche dallolio allacquarello, dal disegno allincisione.
In mostra a Gandino ci saranno anche le opere di Bruno Simon, nato a Vienna in una famiglia ebraica nel 1913 e morto in Italia nel settembre 1999. Scultore e incisore, studiò arte con il pittore Julius Bissier a Friburgo, in Germania, e in seguito scultura con Maillol e Mallfray all’Académie Rason di Parigi; trascorse anche un periodo a Firenze e Carrara, prima di trasferirsi in Inghilterra nell’agosto del 1939, alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. In seguito all’introduzione dell’internamento dei cosiddetti “nemici stranieri” in Gran Bretagna nel giugno del 1940, fu inviato in un campo del Commonwealth in Australia. Nei campi di internamento realizzò monotipi, disegni e sculture, talvolta utilizzando l’argilla raccolta sotto le baracche.
Nel 1949 Simon tornò in Inghilterra. Espose anche all’Institut Français di Londra e sue opere furono incluse in mostre al Rothschild Cultural Centre di Londra (1959) e al St John’s Wood Communal Centre (1962). Nel 1967 si stabilì in Italia. Nel Regno Unito sue opere sono conservate nella Ben Uri Collection e nei Nottingham City Museums & Galleries, oltre che nel Centre for Australian Art di Melbourne.
📲 Ricevi gratis le notizie di Montagne & Paesi sul tuo telefonino!
Iscriviti al nostro canale WhatsApp ufficiale per restare sempre aggiornato su notizie e curiosità dalle valli.
📢 Seguici anche su Telegram!
Unisciti al canale Telegram di Montagne & Paesi per ricevere tutte le news in tempo reale.