La tappa regina, la tappa più dura e selettiva, la tappa dei campioni. Così e in tanti altri modi è stata definita la sedicesima frazione della corsa rosa, quella che il 23 maggio inaugurerà la terza ed ultima settimana, portando i corridori dalla provincia di Bergamo a quella di Sondrio. Ma è ciò che sta in mezzo ad avere dell’incredibile. Se infatti poteva essere prevedibile che nella storica centesima edizione della Giro d’Italia largo spazio sarebbe stato riservato alle salite monumento della corsa,
molto meno prevedibile, forse, era che fossero inseriti nella stessa tappa e in rapida successione quei due mostri sacri che, ciclisticamente parlando, sono il Mortirolo e lo Stelvio (quest’ ultimo, peraltro, affrontato da due versanti). La tappa scelta per questo evento più unico che raro sarà, come preannunciato, la sedicesima, l’ultima targata Promoeventi. In qualche modo rinfrancati dalla frazione di riposo spesa in Valseriana il giorno precedente, il 23 maggio i corridori partiranno da Rovetta e scenderanno verso il lago d’Iseo per percorre tutta la Valcamonica, da Lovere fino a Edolo; qui, dopo una settantina di chilometri, si troveranno di fronte il primo grande ostacolo di giornata, rappresentato dalla scalata del Mortirolo dal versante di Monno, il quale, pur essendo dei tanti quello meno nobile, nonché posto in effetti molto distante dal traguardo, resta sempre e comunque il Mortirolo, e scusate se è poco. Scesa quindi a Grosio, la carovana punterà in direzione Bormio per attaccare lo Stelvio valtellinese, una salita che, dopo 19 km, farà raggiungere l’impressionante quota di 2748 metri, la vetta più alta di questa edizione del Giro e, pertanto, Cima Coppi del 2017. Ma anche Cima Coppi per antonomasia, dacché sulle sue rampe il primo a trionfare fu proprio il Campionissimo nel 1953, quando, staccando Koblet in maglia rosa, s’involò alla conquista del suo quinto ed ultimo Giro d’Italia. E se qui, dopo 150 km ed oltre 3500 metri di dislivello percorsi, una comune tappa alpina potrebbe dignitosamente concludersi, in questo caso, che di comune ha ben poco, i corridori saranno invece dirottati verso Prato per sconfinare in Svizzera e raggiungere Santa Maria val Mustair. Da qui, per tornare a Bormio e concludere la tappa, i corridori si troveranno a dover scalare di nuovo lo Stelvio, stavolta dal versante svizzero denominato Ümbrail Pass. Dalla vetta, infine, a separare i corridori dall’arrivo, restano gli ultimi 20 km della spettacolare picchiata verso Bormio, il traguardo di una tappa di ben 227 km e con un dislivello di addirittura 5400 metri. In breve, la tappa più dura, la tappa per pochi, la tappa che può decidere tanto della classifica finale della centesima edizione del Giro d’Italia.
(la foto di qui sopra ritrae il Campionissimo proprio in quella storica tappa del Giro 1953 dove riuscì incredibilmente a staccare un Koblet in maglia rosa e a far sua quell’edizione della Sorsa Rosa)