Una ‘super torre’ romana sul Danubio, l’ultima scoperta sulle guerre di Marco Aurelio

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(Adnkronos) – Un'importante scoperta archeologica è emersa nel piccolo villaggio croato di Mohovo, non lontano dalle rive del Danubio: una squadra di archeologi guidata da Marko Dizdar ha identificato i resti di una torre di guardia romana, risalente con ogni probabilità al regno dell'imperatore Marco Aurelio (161-180 d.C.). I resti della struttura sono stati rinvenuti tra frammenti di ceramica e fibule antiche, sparsi sul terreno. Secondo le prime analisi, la torre era parte di un sistema difensivo più ampio, pensato per sorvegliare uno dei passaggi strategici lungo il Danubio, confine naturale e militare dell’Impero romano. "La torre è stata costruita in un punto strategico, con una vista eccellente su un'ampia area. Era protetta naturalmente da profondi burroni su tre lati", ha spiegato Dizdar. La fondazione misura 40 metri di lunghezza per 30 di larghezza. La struttura originaria, probabilmente in legno, si elevava fino a sei metri di altezza e risultava circondata da fossati profondi e da una palizzata difensiva. Non si trattava di un avamposto isolato: la torre comunicava con altri presidi militari della zona, come quelli di Ilok e Sotin, distanti circa 12 chilometri. "È verosimile che fosse presidiata da diversi soldati, pronti ad avvertire in caso di pericolo le torri e le guarnigioni vicine", ha aggiunto l’archeologo. La costruzione della torre si inserisce nel contesto delle guerre marcomanniche, combattute da Marco Aurelio contro le popolazioni germaniche dei Marcomanni e dei Sarmati Iazigi, che minacciavano i confini danubiani dell’Impero. Questi conflitti, durati dal 166 al 180 d.C., spinsero Roma a rafforzare in maniera significativa i propri limes, ovvero le linee di confine fortificate. 
La torre di Mohovo sarebbe stata oggetto di almeno tre fasi costruttive, a testimonianza del continuo adattamento delle difese romane in risposta alle minacce esterne. Secondo gli studiosi, la struttura potrebbe essere stata trasformata in un piccolo forte nel IV secolo d.C., durante una nuova fase di instabilità politica e militare. I lavori di scavo, iniziati lo scorso aprile, hanno rivelato che l’area fu abitata in modo continuativo dall’età del rame fino al Medioevo. La campagna archeologica ha già restituito importanti reperti, ma il team conta di proseguire le indagini l'anno prossimo, focalizzandosi sui resti del presunto forte tardoantico. La scoperta aggiunge un tassello prezioso alla conoscenza delle strategie difensive dell’Impero romano lungo il Danubio, una zona di frizione costante tra Roma e i popoli barbari dell’Europa centrale. (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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