Sabato 5 settembre riprende a Leffe, dopo oltre sei mesi di forzato stop, l’attività del Museo del Tessile “Martinelli Ginetto”. Le restrizioni dell’emergenza hanno negato a tanti visitatori la gioia di scoprire questo piccolo gioiello fra amarcord e tecnologia, ma non hanno impedito ai volontari di ARTS onlus (creatrice del museo nel 2005) di lavorare alacremente per rendere sempre più completa e accattivante l’infinita serie di macchinari d’epoca, perfettamente funzionanti.
“La sede espositiva – spiega Gianfranco Bosio, presidente di ARTS onlus – è ubicata, nel contesto del Polo Scolastico “Gianni Radici”, in un ex opificio degli anni ’60, cui si affianca un’ampia tensostruttura congressuale. I visitatori, in assoluta sicurezza ed a gruppi di non più di 10 persone, vengono accompagnati lungo un percorso che mostra le varie fasi della lavorazione delle fibre, la produzione della seta, la cardatura, la preparazione alla tessitura, l’evoluzione di telai e macchinari di finissaggio. Si possono toccare con mano lane e tessuti, ma soprattutto vedere i macchinari in funzione. Chi entra al Museo del Tessile si immerge negli anni ruggenti di una Leffe che negli anni ’60 e ’70 era centro economico d’avanguardia europea. Ci si rende conto del patrimonio di conoscenze tecniche e della fatica di chi lavorava su questi macchinari”.
Nel Museo di Leffe è possibile ammirare il grande torcitoio della seta (fra i pochissimi presenti in Italia, con particolari progettati da Leonardo da Vinci), la ruota del mulino ad acqua dal diametro di oltre tre metri, il reparto carderia, la serie di telai dal medioevo a metà del XX secolo e la trasmissione centralizzata a cinghia di inizio ‘800. Notevoli e particolari le macchine di finitura dei tessuti quali folli, garzatrici, cimatrici, macchine per merletti. L’esposizione propone attività didattiche mirate, grazie alla disponibilità di una sala laboratorio multimediale. Fra le novità degli ultimi anni ci sono il giardino botanico con piante tessili e tintorie, il nuovo reparto di preparazione alla tessitura, dotato di “cantra” e “orditoio” ed un reparto (novità del 2020) per la produzione di filati speciali come ciniglia e virgolino (il celebre lamé). Fra le novità di questa riapertura anche la rarità di una macchina da ricamo Wuerker a più teste. Inventata nel 1926 a Dresda, è stata la prima macchina da ricamo a nastro di piccole dimensioni. I ricami potevano essere programmati ed essere eseguiti da diverse macchine allo stesso tempo. L’esemplare di Leffe è gemello di quello conservato e ammirato al Museo del Lavoro di Berlino. Gli esemplari ancora conosciuti in tutto il mondo sono davvero pochissimi. L’utilizzo rivoluzionario del nastro di codifica richiama le invenzioni che resero celebre in campo tessile Joseph Marie Jacquard.
“Nel corso della chiusura degli ultimi mesi – sottolinea Bosio – abbiamo adeguato alcune strutture di servizio e acquisito, grazie al Comune, la disponibilità di due nuovi locali, utili per l’allevamento dei bachi da seta e la didattica per visitatori disabili”.
Il Museo del Tessile sarà aperto ogni sabato e domenica (ingresso libero) dalle 14 alle 19 (ultimo ingresso alle 18) ad esclusione del periodo strettamente invernale.
Giovane egiziano arrestato a Bergamo mentre “sogna” un attentato
Lavorava in una pizzeria proprio davanti alla chiesa che aveva messo nel mirino e chissà quante volte si era immaginato la scena del fuggi fuggi