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Una montagna di scarti della lavorazione di gomma e plastica sul fondo del Sebino

Una quantità enorme di gomme e plastiche abbandonate tanto da aver realizzato una montagna alta circa 45 metri e con una base di 10 metri . Questi sono i primi numeri che danno la dimensione  del materiale scaricato di nascosto in fondo al lago da qualche “disgraziato” produttore che opera nel cosiddetto distretto della gomme e della plastica. Qui non viene usato il termine di Basso Sebino , ma quello di  Rubber Valley, l’area sul lago d’Iseo dove si produce gran parte della gomma in Europa. Il distretto della Gomma del Sebino,  è regolarmente nelle posizioni di testa nella classifica dei migliori comparti manifatturieri d’Italia. Secondo i rapporti annuali di Intesa Sanpaolo, brilla per competitività sui mercati esteri, redditività, buoni livelli di patrimonializzazione ed evoluzione del fatturato. Del resto qui convergono due potenze di fuoco imprenditoriali come Bergamo e Brescia.

E proprio qui, dove si registra un’alta redditività, qualcuno ha deciso di incrementare questo dato risparmiando sul recupero degli scarti della lavorazione. Come? Gettandoli direttamente  in acqua e chi s’è visto s’è visto.!

Non vogliamo far credere di essere poco seri. Quello che stà emergendo è di una gravità assoluta ma il pensiero va indietro di pochi anni. Non è che Crhisto e la sua passerella di plastica che ha attirato oltre un milione di persone abbia trovato qui il suo ambiente ideale?

Comuque, rimanendo all’attualità i sommozzatori sono scesi ad una profondità di oltre 50 metri, per eseguire una mappatura completa e precisa della zona, realizzare fotografie e filmati, e raccogliere campioni di materiale da fornire agli analisti, che nei prossimi giorni valuteranno la pericolosità e l’impatto ambientale delle montagne di inquinanti.

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