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Un capolavoro della Cappella Colleoni

Un capolavoro della Cappella Colleoni

Nell’anno di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”, le numerose iniziative ed eventi si fondano su quattro aree tematiche, una delle quali riguarda “La città dei tesori nascosti”. È l’area che enfatizza il senso della scoperta, del nuovo e dello stupore nel rapporto con il patrimonio culturale.

In questa importante sfida, Fondazione Credito Bergamasco è ancora una volta vicina al territorio, con un gesto concreto, attraverso la donazione del restauro di un’opera straordinaria appartenente al patrimonio della Cappella Colleoni, il mausoleo voluto dal condottiero Bartolomeo Colleoni che iniziò il suo servizio per la Serenissima proprio a ridosso dell’assoggettamento di Bergamo e Brescia, avvenuto nel 1428.

«Si può davvero parlare di “tesoro nascosto” – evidenzia Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – perché il monumentale dipinto “Giosuè che ferma il sole” di GIUSEPPE MARIA CRESPI – realizzato ad olio su tela per una misura di cm 252 x 442 – è conservato sulla parete sinistra dell’aula della Cappella Colleoni, al di sopra del quattrocentesco monumento funebre di Medea Colleoni. L’altezza della collocazione, a circa 6 metri da terra, non permette al pubblico che visita la Cappella di cogliere il soggetto ad occhio nudo in tutta la sua bellezza, condizione resa ancor più difficile dai segni del tempo che hanno offuscato le smaglianti cromie originarie».

Gesti concreti; iniziative orientate al futuro; vicinanza ai luoghi e alle persone. Su queste direttrici si muove la partecipazione di Fondazione Creberg a “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”. Sul tema evidenzia Piazzoli: «Abbiamo programmato, con grande cura, i nostri interventi nel senso della territorialità, della qualità, della visione prospettica, con grande attenzione ad iniziative orientate al futuro: rafforzamento del nostro storico progetto “Grandi restauri” (con la pianificazione di ulteriori interventi su capolavori deteriorati), promozione di mostre riguardanti artisti contemporanei bergamaschi, partnership rafforzata con meritevoli istituzioni locali che propongano progetti di rilevante qualità storica, artistica, culturale o solidale».

Alla luce di questi intendimenti, in accordo e in collaborazione con l’ente proprietario FONDAZIONE LUOGO PIO DELLA PIETA’ ISTITUTO BARTOLOMEO COLLEONI, si sono appena concluse a Palazzo Creberg le operazioni di restauro del dipinto di Crespi, dirette dalla competente Soprintendenza e iniziate a fine gennaio 2023. L’esito dell’intervento – operato da Delfina Fagnani e dal suo staff con grande capacità, sotto la direzione di Angelo Loda – ha dato risultati estremamente soddisfacenti.

Prima della ricollocazione nella Cappella Colleoni il dipinto viene quindi presentato al pubblico, in occasione degli eventi autunnali previsti a Palazzo. Evidenzia Alessio Agliardi, Presidente di Fondazione Luogo Pio della Pietà Istituto Bartolomeo Colleoni: «Il restauro della tela di Giuseppe Maria Crespi nasce casualmente da una visita della restauratrice Delfina Fagnani alla Cappella Colleoni quando c’erano montati dei ponteggi per un consolidamento. L’analisi ravvicinata del dipinto ha mostrato la necessità di un attento restauro. Il mio predecessore, il compianto Conte Avv. Guardo Colleoni, ha subito abbracciato l’idea del restauro. Grazie all’incontro con il Dott. Piazzoli e alla generosità della Fondazione Credito Bergamasco è nato questo bellissimo progetto che permette a tutti i bergamaschi, e non, di ammirare questo importante dipinto, riportato all’antico splendore, godendolo da una distanza ravvicinata. La collaborazione tra le istituzioni è sempre foriera di successo e proprio per questo ringrazio tutti gli attori di questo importante restauro».

Il pittore
Giuseppe Maria Crespi (Bologna, 1665 – 1747) detto Spagnolo o Spagnoletto, è stato un talento della pittura bolognese tardo barocca, allievo di Domenico Maria Canuti e a lungo collaboratore di Giovanni Antonio Burrini, entrambi bolognesi. Rispetto allo stile accademico che gli venne imposto, ricercò un marcato senso di contrasto nell’uso del colore e sin dagli esordi scelse impasti corposi, cromatismi vibranti, accarezzati da effetti di luminismo teatrale.

Raggiunse la maturità artistica dopo i viaggi a Venezia, nelle Marche, a Firenze, lo studio delle opere dei Carracci, di Guido Reni, del Guercino e dei veneti del Cinquecento. Durante il soggiorno a Venezia assorbì lo stile lagunare e a Parma, fu colpito soprattutto dai capolavori religiosi del Correggio. Nel 1709, presso la corte del granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici, studiò le collezioni olandesi e fiamminghe che giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo del suo realismo pittorico, sempre più improntato a una lucida indagine sulla realtà, all’adesione emozionale ai soggetti e alle qualità luministiche e coloristiche.

Autore di pale sacre, nature morte e dipinti di genere, la sua rivoluzione artistica deriva principalmente dall’intensa osservazione della vita quotidiana e delle piccole cose che riversò con arguzia in numerosi dipinti di genere di grande successo. L’artista era anche un ritrattista e caricaturista, noto anche per le sue incisioni di genere da opere del maestro olandese Rembrandt. Crespi guidò una scuola a Bologna, dove divenne un punto di riferimento per molti studenti veneziani ed ebbe due figli che seguirono le sue orme artistiche.

Al 1728 risalgono le prime commissioni dei benedettini di San Paolo d’Argon, cui seguì, un decennio dopo, il prestigioso incarico per la Cappella Colleoni.

L’opera per la Cappella Colleoni
La tela di Crespi s’inserisce in un’azione di aggiornamento dell’apparato decorativo della Cappella Colleoni, iniziato nel 1732 con gli interventi di Giovan Battista Tiepolo, terminati entro il 1733. Al pittore veneziano era stato inoltre chiesto di porre mano a un grande quadro sul tema di Giosuè che ferma il sole per la parete antistante l’altare, al di sotto della Predica del Battista. Inspiegabilmente Tiepolo declinò l’invito con la motivazione di aver assunto altri impegni lavorativi, pur continuando però a inviare opere a Bergamo.

La scelta di incaricare Giuseppe Maria Crespi deriva dal successo ottenuto dai quattro vasti dipinti realizzati dal pittore per la chiesa del monastero benedettino di San Paolo d’Argon tra il 1728 e il 1729. Così il 9 novembre 1737 il Crespi firma con i deputati del Luogo Pio il contratto nel quale s’impegna a consegnare entro l’anno successivo un quadro con “la storia di Giosuè, che ferma il sole, nel mentre che dà la battaglia ai Gaboniti”; accordo che venne rispettato.

Il soggetto dell’enorme dipinto fa riferimento al famoso episodio biblico della battaglia di Gàbon contro gli Amorrei, in cui Giosuè, comandante dell’esercito ebraico, all’avvicinarsi della sera chiese a Dio di fermare il sole per completare la disfatta dei nemici. Esso si riallacciava esplicitamente alla battaglia della Riccardina (o della Molinella) combattuta da Bartolomeo Colleoni il 25 luglio 1467 e proseguita anche nelle ore notturne, contro ogni consuetudine.
Crespi dà corpo alla sua vasta immaginazione per questa tela affollata e drammatica dove il luminismo è arricchito da guizzi e variazioni, con un’impaginazione fondata sugli effetti chiaroscurali, accompagnati da una pennellata ricca e virtuosistica.

Il restauro
Delfina Fagnani (Studio Sesti), restauratrice incaricata da Fondazione Creberg, anticipa alcuni dettagli relativi alle operazioni riguardanti l’impegnativo restauro: «Il grado di difficile lettura del grande dipinto eseguito in età matura da G.M. Crespi per la Cappella Colleoni, ha motivato l’attuale intervento di restauro su un’opera caratterizzata anche da una presenza rimasta un poco sottotono all’interno di una prestigiosa Cappella densa di capolavori, favorendone così una nuova occasione di studi approfonditi. Come testimoniano le notizie dell’archivio del committente Luogo Pio Colleoni, il telero fu realizzato dall’artista a Bologna, e poi arrotolato per il viaggio verso Bergamo, adottando caratteristiche tecniche anche in funzione di questo trasporto. Una nutrita campagna di indagini scientifiche ha fornito informazioni a riguardo che hanno indirizzato verso scelte operative, sia strutturali che estetiche, mirate al minimo impatto e che garantiscano, mediante metodologie all’avanguardia, efficacia conservativa nel corso del tempo, considerate le dimensioni e la collocazione non favorevole a spostamenti di questa opera. Sorprendenti sono stati i risultati durante la pulitura del manto dipinto, nel veder riaffiorare una resa pittorica modernissima per l’epoca e quasi espressionista, con particolari descrittivi eseguiti con pennellate significativamente materiche, alternate a brani quasi non dipinti».

Nell’iniziativa Fondazione Creberg è stata affiancata da Nettuno srl, che prosegue la sua collaborazione con la Fondazione iniziata nel 2017 con il ripristino di capolavori di Andrea Previtali, poi proseguita negli anni seguenti con i restauri di opere di Antonio Campi, Simone Peterzano, Giovan Battista Moroni. Sottolinea Marina Fratus, Amministratore Delegato di Nettuno: «Come imprenditori sentiamo da sempre una forte responsabilità nei confronti del nostro territorio, da cui traiamo forza lavoro e ispirazione etica per affrontare le quotidiane sfide professionali. In quest’ottica siamo grati ed orgogliosi di poter collaborare con significative istituzioni locali per contribuire attivamente a progetti culturali e artistici, concorrere al sostegno di attività sportive dedicate ai giovani e giovanissimi, impegnarci nel supporto di eventi solidali a favore di associazioni che si dedicano a situazioni di disagio sociale e ad enti preposti alla ricerca scientifica. In particolare, la nostra pluriennale collaborazione con la Fondazione Credito Bergamasco ci permette di sostenere progetti artistici di ampio respiro, nella consapevolezza che favorire l’accesso all’arte sia fondamentale per focalizzare l’attenzione sul legame tra ciò che è bello e ciò che è buono. Ripristinare, conservare e tramandare alle future generazioni esempi dei nostri capolavori, è una missione encomiabile, così come lo è sostenere l’arte e renderla accessibile ad un pubblico sempre più ampio, consapevoli che, l’espressione artistica, in ogni sua forma, genera emozioni e produce esperienze capaci di favorire la crescita personale e collettiva, che non può che tradursi in creazione di valore sociale condiviso».

Oltre alle numerose iniziative culturali, di sussidiarietà, di solidarietà sociale e a favore della ricerca scientifica, Fondazione Creberg ha quindi molto a cuore la salvaguardia del patrimonio, alla quale si accompagna una continua attività di divulgazione storica e artistica. «La sensibilizzazione verso il nostro patrimonio storico-artistico passa soprattutto attraverso la sua conoscenza» conclude Angelo Piazzoli. «La finalità della comunicazione dei restauri operati nella Sala del Consiglio è didattica, promozionale e divulgativa. Gli interventi sono documentati da indagini diagnostiche, relazioni, campagne fotografiche, rese fruibili al pubblico attraverso specifiche pubblicazioni, convegni di studi, mostre, visite guidate, video, docufilm e mediante una costante opera di divulgazione online dal sito web della Fondazione e dalle nostre pagine social».

Nell’ambito del longevo “Progetto Grandi Restauri”, in aggiunta al capolavoro della Cappella Colleoni, Fondazione Creberg ha curato nel 2023 il restauro di altri importanti dipinti provenienti da Parrocchie del territorio portando il numero degli interventi eseguiti, a partire dal 2007, a oltre cento (107 interventi su 146 dipinti se singolarmente considerati).

Informazioni – Aperture straordinarie con visite guidate

L’esposizione rimarrà aperta al pubblico presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco (Bergamo, Largo Porta Nuova, 2) a partire dal 2 ottobre e fino al 24 novembre 2023, con accesso libero e gratuito, nei giorni feriali, dalle 9 alle 13.

Sono previste aperture straordinarie per le intere giornate di Sabato 7 ottobre – 14 ottobre – 21 ottobre 2023 con le seguenti modalità:

• Ore 10.00 – 19.00 Apertura di Palazzo Creberg
• Ogni ora, a partire dalle 10.30 e fino alle ore 18.30, saranno attivati

servizi di visite guidate gratuite della durata di mezz’ora ciascuna (10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.30, 16.30, 17.30, 18.30). Le visite sono ad accesso libero, senza prenotazione.

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