Udienza a Brescia nella giornata di mercoledì 3 aprile nel processo per omicidio colposo di Mauro Firmo, il commissario di gara falciato e ucciso dalla Peugeot 206 condotta da Christian Furloni, uscita di strada il 29 luglio 2017, in occasione della 47esima edizione della Malegno-Borno.
Il procedimento è entrato nel vivo con l’esame di quattro testimoni a carico di Francesco Tartamella, direttore di gara, Francesco Bellingeri delegato all’allestimento del percorso e Sergio Sensi ispettore della sicurezza. Secondo l’allora titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Paolo Mandurino, i tre avevano omesso di rilevare la difformità del posizionamento della postazione di controllo occupata da Mauro Firmo e nel complesso lo schieramento dei commissari, concorrendo così alla sua morte. A sostegno di questa tesi durante l’udienza sono intervenuti tre dei quattro testimoni citati dall’accusa. Tra questi anche il commissario che in quei drammatici istanti si trovava con Firmo e che è stato travolto, ma fortunatamente, non ucciso, dall’auto uscita di strada. Per lui e per altri due testimoni le postazioni di controllo così come allestite non erano sicure. In particolare mancava lo spazio previsto per la fuga dei commissari. Per uno solo dei testimoni quello spazio c’era ed era stato appositamente realizzato nei giorni precedenti la gara. I difensori dei tre imputati invece insistono con la tesi che la colpa della morte di Firmo non possa ricadere sui loro assistiti e la libertà di movimento di un commissario durante la gara non può concordare con l’imputazione verso i tre accusati. Il processo, celebrato davanti alla giudice Angela Corvi, è stato ora aggiornato al prossimo 18 settembre. In quell’occasione saranno sentiti consulente di accusa e difesa, oltre ad alcuni testimoni citati dai difensori. La sentenza non è ancora in calendario e comunque è probabile che non arrivi prima della fine dell’anno.