Si allarga  a macchia d’olio la truffa per uso improprio di fondi europei per sostenere gli alpeggi di montagna. Dopo i casi segnalati in Vallecamonica, ora tocca alla Valtellina. Infatti, secondo la Guardia di Finanza ci sono due aziende di Dubino a capo dell’associazione a delinquere che gestiva l’affare degli alpeggi in Bassa Valtellina e nell’Alto lago di Como e che è stata smantellata dopo indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Sondrio, Stefano Latorre.

Sette le persone denunciate per associazione a delinquere, residenti nelle province di Sondrio, Como e Cremona e facevano capo alle due aziende di Dubino, con ben 91 imprenditori agricoli denunciati per truffa aggravata finalizzata all’indebito percepimento di contributi europei stanziati nel piano della politica agricola comune, la gestione fittizia di alpeggi di cui si erano accaparrati l’usufrutto. I denunciati offrivano documentazione falsa o alterata, e anche nominativi di ignari imprenditori agricoli da inserire nelle domande uniche d’aiuto, che, sulla carta, avrebbero dovuto mantenere in buone condizioni i terreni. Gli imprenditori agricoli individuati avevano dichiarato di aver condotto il proprio bestiame solo ed esclusivamente sui propri terreni, confermando di non aver mai messo piede nei terreni oggetto della richiesta di contributo ma da ulteriori riscontri è emerso il totale disinteresse delle aziende agricole rispetto al mantenimento dei terreni, la cui unica preoccupazione era quella di dimostrare solo sulla carta il rispetto dei vincoli comunitari. Significativo il caso di un allevatore indicato in 20 diverse domande, che, avrebbe dovuto mantenere, nel medesimo periodo, alpeggi situati anche in comuni distanti decine di chilometri tra loro. Le aziende agricole coinvolte, in concorso con le medesime società di servizi gestite dai denunciati, non rispettando il vincolo di mantenimento dei terreni a pascolo in buone condizioni agricole ed ambientali e nell’inosservanza dei limiti assunti nelle «Dichiarazione ed impegni» sottoscritti nella domanda unica di aiuto presentata, inducendo il competente organo pagatore regionale ad un indebito pagamento di fondi destinati al sostegno delle imprese operanti nel settore agricolo e montano.