Si sono concluse le indagini per la cosiddetta truffa degli alpeggi in Valle Camonica, seguita dai Carabinieri forestali che nella scorsa estate avevano svolto indagini legate alla “truffa degli alpeggi”, nella quale era coinvolto principalmente il territorio di Cimbergo.
L’attività investigativa era partita dalla segnalazione di un agricoltore camuno, escluso dalla conduzione di un alpeggio che frequentava da tempo, e da sospette concessioni a imprenditori bergamaschi della Val Seriana, da parte di Amministrazioni che avevano concesso i beni a canoni esorbitanti rispetto a quanto avvenuto in passato. Secondo gli inquirenti questi fatti «escludevano la tradizionale piccola imprenditoria locale, che per anni aveva avuto in concessione questi terreni per il pascolo estivo degli animali, creando un vero e proprio cartello truffaldino. Gli inquirenti, con sopralluoghi, acquisizioni di documenti, analisi di conti correnti e le immancabili intercettazioni telefoniche hanno scoperto un complesso sistema finalizzato alla frode dei contributi europei. Sistema che si avvaleva di una serie di giovani prestanome, che avevano accesso a rilevanti vantaggi e agevolazioni previsti dalla normativa agricola. La frode consisteva nella fittizia conduzione degli alpeggi: i terreni in quota, infatti, non hanno mai visto animali al pascolo ma, nonostante ciò, sono piovuti dall’Ue più di 500mila euro per gli anni 2016 e 2017. Il sistema prevedeva inoltre, attraverso apposite perizie giurate dal contenuto sostanzialmente falso, l’aumento esponenziale delle superfici dichiarate a pascolo (alcuni terreni situati a oltre 2.800 metri erano detti pascolati nonostante le pendenze superiori al 50%). Così ora mezzo milione di euro di beni, tra case, auto di lusso e conti correnti, sono stati sequestrati e recuperati a questa famiglia di imprenditori agricoli bergamaschi, denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato per aver incassato, senza averne diritto, contributi europei destinati all’agricoltura. Nella rete degli inquirenti sono entrati anche alcuni liberi professionisti e amministratori locali camuni, che avevano concesso, dopo appalto pubblico, un paio di alpeggi. La famiglia di bergamaschi si è aggiudicata la conduzione di malga Zumella del Comune di Paspardo e di malga Frisozzo di Cimbergo. Nel primo caso non sarebbero state riscontrate irregolarità, mentre alcuni amministratori comunali di Cimbergo sono stati accusati di abuso d’ufficio per aver agevolato il sistema ingannevole in virtù della propria posizione pubblica.