Un bambino di secoli fa torna a raccontare la sua storia. È quanto accade a *Tresivio, in Valtellina*, dove durante uno scavo archeologico è stato rinvenuto lo scheletro di un bambino vissuto circa *1.000 anni fa*. Un ritrovamento eccezionale, che sarà al centro di studi approfonditi grazie al lavoro congiunto di più istituzioni.
Le ricerche sono condotte dall’*Università degli Studi di Bergamo*, con il coordinamento del prof. *Federico Zoni*, docente di archeologia medievale, in collaborazione con lo storico medievista prof. *Riccardo Rao*. L’obiettivo è ricostruire il contesto storico e sociale del sito attraverso un approccio multidisciplinare che unisce *archeologia, storia, antropologia e scienze forensi*.
Al fianco del team di UniBg, anche il gruppo guidato da *Cristina Cattaneo* (Università di Milano), che analizzerà le ossa per tentare di ricostruire l’identità, le condizioni di vita e, se possibile, la causa della morte del bambino.
Il sito è emerso in seguito a un incendio che ha riportato alla luce un antico muro e diverse stratificazioni. «Sapevamo che c’era qualcosa, ma non immaginavamo una tale ricchezza», spiega Zoni, che coordina lo scavo nell’ambito del progetto europeo *Interreg ArcheoAlps*, dedicato alla valorizzazione dell’archeologia alpina e alla promozione di un turismo culturale sostenibile.
Oltre allo scheletro, sono stati recuperati *monete, dadi, ceramiche e un coltello con impugnatura in osso*, reperti che raccontano oltre mille anni di storia e rivelano i legami di Tresivio con l’Italia padana.
La nuova campagna di scavi riprenderà il *18 agosto*, sempre sotto la guida di UniBg e all’interno del progetto *ArcheoAlps*, con l’intento di restituire nuova vita alla memoria del territorio.
Le ricerche sono condotte dall’*Università degli Studi di Bergamo*, con il coordinamento del prof. *Federico Zoni*, docente di archeologia medievale, in collaborazione con lo storico medievista prof. *Riccardo Rao*. L’obiettivo è ricostruire il contesto storico e sociale del sito attraverso un approccio multidisciplinare che unisce *archeologia, storia, antropologia e scienze forensi*.
Al fianco del team di UniBg, anche il gruppo guidato da *Cristina Cattaneo* (Università di Milano), che analizzerà le ossa per tentare di ricostruire l’identità, le condizioni di vita e, se possibile, la causa della morte del bambino.
Il sito è emerso in seguito a un incendio che ha riportato alla luce un antico muro e diverse stratificazioni. «Sapevamo che c’era qualcosa, ma non immaginavamo una tale ricchezza», spiega Zoni, che coordina lo scavo nell’ambito del progetto europeo *Interreg ArcheoAlps*, dedicato alla valorizzazione dell’archeologia alpina e alla promozione di un turismo culturale sostenibile.
Oltre allo scheletro, sono stati recuperati *monete, dadi, ceramiche e un coltello con impugnatura in osso*, reperti che raccontano oltre mille anni di storia e rivelano i legami di Tresivio con l’Italia padana.
La nuova campagna di scavi riprenderà il *18 agosto*, sempre sotto la guida di UniBg e all’interno del progetto *ArcheoAlps*, con l’intento di restituire nuova vita alla memoria del territorio.
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