Pro Universitate Bergomensi celebra 30 anni di impegno a fianco dell’Università degli studi di Bergamo presentando la pubblicazione “A doppio filo: Le sfide dell’Università degli studi di Bergamo, il ruolo di Pro Universitate Bergomensi a 30 anni dalla nascita”: un titolo che è anche metafora del legame duraturo e generativo tra l’Associazione e l’Ateneo.
Pro Universitate Bergomensi, fondata nel 1994 dalle categorie economiche e produttive bergamasche, che attualmente riunisce come soci ANCE Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, CNA Bergamo, Confagricoltura Bergamo, Confartigianato Imprese Bergamo, Confcommercio Bergamo, Confindustria Bergamo, SACBO, Unione Artigiani di Bergamo e Provincia, nasce per valorizzare il talento delle studentesse e degli studenti bergamaschi, il prestigio dell’Università di Bergamo e, insieme, la crescita culturale e lo sviluppo del territorio. L’Associazione in trent’anni di impegno ha finanziato progetti e attività per un valore di 5,3 milioni di euro, risorse con cui l’Ateneo cittadino ha potuto estendere il proprio raggio d’azione, a livello nazionale e internazionale, con iniziative pensate per valorizzare merito e talento dei giovani, per offrire un forte impulso all’internazionalizzazione e alla ricerca scientifica oltre che per promuovere la divulgazione e la valorizzazione della conoscenza.
“A doppio filo” – 82 pagine per 4 capitoli: L’Università di Bergamo: le sfide dello sviluppo; Pro Universitate Bergomensi: una strategia di territorio; Le “occasioni di eccellenza: Pro Universitate Bergomensi in azione; Le persone, le testimonianze – racconta un’esperienza ricca di traguardi, fatta di dialogo, confronto aperto e impegno comune, che ha coinvolto l’Università di Bergamo e il mondo economico, produttivo, sociale e culturale bergamasco.
L’obiettivo della pubblicazione, oltre che documentare le attività svolte nei trent’anni di impegno, è quello di lasciare in eredità una “strategia di territorio” costruita attraverso questo dialogo costante tra Università e territorio, una “piattaforma di progettazione” comune per promuovere sviluppo sostenibile, competitività e innovazione.
Cristina Bombassei presidente di Pro Universitate Bergomensi: “L’Associazione è nata quando l’Università di Bergamo è diventata statale con l’obiettivo di facilitare l’avvio di progetti ambiziosi, creare un “doppio filo” tra Ateneo e territorio per promuovere e sostenere la crescita di Bergamo attraverso l’alta formazione. Da subito, questo rapporto si è costruito su una visione comune: fare della conoscenza uno strumento di sviluppo, non solo per l’Ateneo, ma per tutta la nostra comunità. Un legame, quello tra Università e Associazione, oltre la semplice collaborazione, che ha unito mondi differenti e reso possibile l’avanzamento di un territorio unico come la provincia di Bergamo. A trent’anni dalla nascita, il bilancio è ricco di traguardi significativi e di una lezione preziosa: unire il mondo accademico, industriale, finanziario e associativo è un investimento per il futuro, la migliore strategia di territorio, basata sul confronto aperto, la condivisione degli obiettivi e il lavoro di squadra. Oggi, la capacità di progettare e creare sinergie, maturata a Bergamo grazie alla collaborazione tra istituzioni, università e associazioni, può essere affidata alla Camera di Commercio. Con la sua missione di rappresentare il mondo economico locale e promuovere lo sviluppo del territorio, insieme all’Università e alle rappresentanze locali, offre un terreno fertile per far germogliare i semi gettati in questi anni da Pro Universitate Bergomensi, garantendo risultati positivi anche per il futuro”.
Sergio Cavalieri, rettore Università degli studi di Bergamo: “Pro Universitate Bergomensi ha dato uno slancio importante allo sviluppo dell’Università di Bergamo, supportando le direttrici sulle quali si è orientata la sua crescita in questi decenni: internazionalizzazione, ricerca scientifica, valorizzazione di studentesse e studenti. Oggi la nostra Università opera in un contesto molto più complesso rispetto a trent’anni fa, ed è forse ancora più sentita la necessità di supporto da parte del territorio. Oggi dovremmo essere, come “sistema Bergamo”, ancora più coraggiosi, più orientati all’obiettivo. In un’ottica di miglioramento continuo e reciproco, dobbiamo trovare una leva di velocità e di qualità comune, guardando ai cambiamenti contemporanei con maggiore pragmatismo e sapendoli prevedere. Per il futuro mi piacerebbe che la relazione con il territorio evolvesse da Pro Universitate a Cum Universitate, non più “per” l’Università ma “con” l’Università. Il territorio nelle sue diverse articolazioni associative, istituzionali, economiche, produttive, che riconosce l’Università come l’interlocutore ideale e autorevole con cui promuovere progetti complessi e strategici”.
L’Università di Bergamo: le sfide dello sviluppo
La prima parte della pubblicazione ripercorre la storia dell’Università, dalla sua nascita come Libero istituto universitario di Lingue e letterature straniere di Bergamo nel 1968 al Palazzo del Podestà e a Palazzo Terzi di via Salvecchio, ad oggi. Racconta i primi passi dell’Ateneo: la nascita del Corso di laurea in “Economia e Commercio” nel 1974 durante il mandato del rettore professore Serio Galeotti, l’istituzione della Facoltà di Economia e Commercio nel 1987 durante il rettorato del professore Pietro Enrico Ferri, la nascita della Facoltà di Ingegneria nel 1991 a Dalmine – nella quale è stato fondamentale il ruolo dell’Unione degli Industriali di Bergamo, propulsore oltre che finanziatore, insieme alla Camera di Commercio di Bergamo, del primo ciclo di studi – e la statizzazione dell’Istituto Universitario (1992).
“A doppio filo” racconta il percorso di sviluppo dell’Ateneo cittadino nel periodo 1992-2000 e gli anni di consolidamento e diffusione sul territorio tra il 2000 e il 2010, durante il rettorato del professore Alberto Castoldi, durante i quali l’Università cresce in numero di sedi, di corsi, di iscritti, di collaborazioni e progetti internazionali oltre che nella qualità della proposta didattica e di ricerca.
Infine, illustra l’ulteriore radicamento dell’Ateneo in città tra gli anni 2010 e 2024, grazie all’acquisizione di nuovi spazi, al consolidamento e alla creazione di nuove relazioni locali e internazionali durante il rettorato dei professori Stefano Paleari e Remo Morzenti Pellegrini, e grazie al progetto “Open Campus” del rettore Sergio Cavalieri che potenzia i servizi allo studio e genera occasioni di crescita e socialità, con il significativo contributo delle realtà associative urbane e provinciali.
Pro Universitate BERGOMENSI: una strategia di territorio
La seconda parte di “A doppio filo” è dedicata alla storia di Pro Universitate Bergomensi, che incrocia quella dell’Università di Bergamo, raccontata anche attraverso una timeline che ne mostra le tappe fondamentali dell’evoluzione.
Segue il dettaglio degli obiettivi, la governance e un focus sulle quattro aree di intervento di Pro Universitate Bergomensi: promozione del talento attraverso borse di studio, premi di merito e prestiti agevolati per garantire il diritto allo studio e attrarre a Bergamo giovani talentuosi; impulso alla ricerca attraverso accordi con Istituzioni universitarie internazionali, gemellaggi, creazione di laboratori innovativi, acquisto di strumenti per la ricerca; spinta all’internazionalizzazione con programmi e percorsi di studio organizzati dall’Ateneo cittadino in sinergia con Università e Istituti di ricerca stranieri e imprese italiane ed estere per favorire occasioni di mobilità per le studentesse e gli studenti e rendere l’Ateneo di Bergamo più competitivo nel mondo accademico europeo; valorizzazione della conoscenza con incontri, dibattiti, seminari, conferenze e altre iniziative di divulgazione, che hanno portato a relazioni dirette dell’Ateneo con la società civile e il tessuto imprenditoriale e favorito la crescita sociale, economica e culturale della comunità.
I contributi erogati dal 1994 ad oggi – 5,3 milioni di euro – si raccontano attraverso infografiche che mostrano il dettaglio per area: 1,7 milioni per la promozione del talento e l’impulso alla ricerca (pari al 32% dell’importo totale del finanziamento); 1 milione per la spinta all’internazionalizzazione (19%); 900 mila euro per la valorizzazione della conoscenza (17%). I progetti finanziati (93) si dettagliano per area di intervento: promozione del talento 21 progetti (22%); impulso alla ricerca 47 progetti (51%); spinta all’internazionalizzazione 15 progetti (16%); valorizzazione della conoscenza 10 progetti (11%).
Altre due infografiche mostrano infine, a colpo d’occhio, come si distribuiscono i contributi per ambiti (valorizzazione delle eccellenze, promozione dell’occupabilità; studi e convegni, laboratori e strumenti, ricerca; partnership e didattica internazionale; divulgazione e Terza missione), e per beneficiari (studentesse e studenti; ricercatrici e ricercatori; laureate e laureati; docenti; tutti, inteso come l’intera comunità).
LE “OCCASIONI DI ECCELLENZA”: PRO UNIVERSITATE IN AZIONE
Tra tutti i progetti finanziati da Pro Universitate Bergomensi, la pubblicazione illustra una selezione delle attività che hanno avuto l’impatto più significativo, per i giovani, per l’Università, per il territorio bergamasco: le iniziative più innovative, le misure che coinvolgono il maggior numero di persone, i progetti che portano prestigio all’Ateneo e un valore importante al tessuto economico e sociale bergamasco. Ad esempio, il Prestito d’onore, una forma di finanziamento innovativa ispirata alla tradizione anglosassone, che concede alle studentesse e agli studenti più brillanti un prestito senza garanzie (sull’onore, appunto), da restituire dopo la laurea senza interessi, in più rate; la piattaforma digitale Marketplace stage e placement, che moltiplica le opportunità di stage e abbrevia i tempi di inserimento di giovani laureate e laureati nel mondo del lavoro (l’Università di Bergamo è stata il primo Ateneo italiano ad attivare un servizio di questo tipo); il progetto Didattica internazionale che introduce 150 insegnamenti in lingua straniera, principalmente in inglese.
E ancora, il Master Italia-Cina, un programma di studio e stage rivolto a studentesse e studenti italiani e cinesi per formare futuri professioniste e professionisti specializzati nelle relazioni commerciali italo-cinesi; i gemellaggi e le collaborazioni internazionali con l’Università di Harvard e del Missouri (USA), di Linz (Austruia), di Nižnij Novgorod (Russia), di Augsburg (Baviera, Germania), con il Max Planck Institute for the History of Science di Berlino (Germania), con l’Università di Stoccarda e con la Sorbone (Francia); il Progetto Italy® che supporta giovani ricercatrici e ricercatori nella formazione di respiro internazionale; lo studio Technology Foresight sulle nuove tecnologie strategiche per lo sviluppo delle imprese e dei servizi; le celebrazioni per il Cinquantesimo dell’Università di Bergamo con l’ampio calendario di oltre 100 eventi gratuiti e aperti a tutti promossi per l’occasione; Bergamo Next Level, la principale rassegna di eventi aperti alla cittadinanza, che Unibg e Pro Universitate Bergomensi organizzano congiuntamente dal 2021 per mettere in rete Ateneo e territorio condividendo idee, visioni e buone pratiche e avviando una riflessione sul presente e sul futuro di Bergamo nel contesto nazionale e internazionale.
LE PERSONE, LE TESTIMONANZE
L’ultima parte di “A doppio filo” raccoglie la parola di alcuni dei protagonisti della storia “incrociata” dell’Università degli studi di Bergamo e Pro Universitate Bergomensi: Cav. Emilio Zanetti primo presidente Pro Universitate Bergomensi (1994-2018) con un estratto del discorso tenuto in occasione del Ventennale dell’Associazione; Stefano Paleari, rettore Università degli studi di Bergamo 2009-2015; Remo Morzenti Pellegrini, rettore Università degli studi di Bergamo 2015-2021; Sergio Cavalieri, rettore Università degli studi di Bergamo e Cristina Bombassei, presidente Pro Universitate Bergomensi.
La pubblicazione si conclude con un augurio per il futuro all’Università di Bergamo da parte dei soci di Pro Universitate Bergomensi.