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Nel Giro d’Italia delle mezze sorprese, e delle conferme, che ha regalato illusioni e speranze, c’è spazio soprattutto per i rimpianti: fughe mancate, rimonte dissolte in pianura così come in montagna e a crono, ambizioni vanificate. Nel Giro più incerto e combattuto, c’è chi ha fallito e chi, invece, è andato al di là di ogni più rosea aspettativa. Ecco i top e i flop della corsa rosa numero 100.
   

TOM DUMOULIN – Ha vinto ed entra di diritto nell’elenco dei top. Ha perso tre chili e si è presentato al via di Alghero in grandissima forma. La prima riprova si è avuta sulla prima salita, il Blockhaus, allorchè è riuscito a resistere al feroce attacco di Quintana, limitando il ritardo a 30″. Ma non solo: nella tappa del doppio Stelvio e del Mortirolo, vinta da Nibali, è riuscito a riprendersi dopo un attacco di dissenteria, limitando il passivo e risalendo subito in sella.

VINCENZO NIBALI – Ha fatto il possibile e, in talune circostanze, forse anche l’impossibile. Ha dato tutto, ma non ha potuto contare sul supporto della squadra. In particolare, gli sono mancati due gregari come Navardauskas e Daniel Moreno, fermato quasi subito per avere colpito Diego Rosa in corsa. Gli resta la grande soddisfazione per il terzo posto e soprattutto per avere intascato il successo nella tappa più importante.

DOMENICO POZZOVIVO – E’ sempre stato fra i migliori e il sesto posto finale lo premia, riconoscendo i meriti che sembravano scomparsi. Peccato non sia stato capace di prendere mai l’iniziativa.

ILNUR ZAKARIN – Il russo è stato un gigante, soprattutto nelle ultime tappe, ravvivando la corsa e regalando fughe irresistibili. Un vero campione di fondo. Per lui, che ha 28 anni, capacità ancora non espresse e il quinto posto finale che potrebbe rappresentare un trampolino di lancio.

BOB JUNGELS – Ha indossato la maglia rosa dopo la tappa dell’Etna, a Milano la maglia bianca della classifica dei giovani. Il lussemburghese ha vinto a Bergamo allo sprint, che non è proprio la sua specialità.

FERNANDO GAVIRIA – Ha vinto quattro tappe, allo sprint è apparso imbattibile, davvero strepitoso, imponendosi a Cagliari, Messina, Reggio Emilia e Tortona. Peccato non faccia il Tour: avrebbe dato filo da torcere a tutti gli specialisti delle volate.

MIKEL LANDA – Si è preso la maglia azzurra della classifica dei Gpm, chiudendo con due secondi posti e un successo a Piancavallo. Ha valicato da solo in fuga tutte le grandi montagne.

ANDRE’ GREIPEL – Una sola vittoria allo sprint per il ‘Gorilla’, a Tortolì. E basta. Troppo poco per il campione di Germania.

NAIRO QUINTANA – Era l’uomo da battere, indicato da tutti alla vigilia, invece è stato avaro di fughe e alla fine ha confessato di non essere al top per via della febbre.

BAUKE MOLLEMA – Non ha concluso granchè, si è distinto solo per avere aiutato Dumoulin a rientrare sugli attaccanti nell’altipiano di Asiago.

TEJAY VAN GARDEREN – E’ uscito troppo in fretta dai giochi per la generale.

GERAINT THOMAS – Troppa sfortuna, nella caduta ai piedi del Blockhaus, per avere preso in pieno una moto della Polstrada: ha tentato di reagire, ma non alla fine ha dovuto fermarsi.

THIBAUT PINOT – Ha perso il podio nella cronometro, che affrontava come uno dei favoriti, essendo il campione di Francia in carica della specialità.