Si è costituito nella tarda serata di venerdì 5 ottobre il 50enne di origini foggiane che il 27 settembre scorso aveva sparato sei colpi di pistola all’ex-moglie, una donna di 53 anni di Pedrengo, nel cortile di una villetta in via San Pantaleone a Scanzorosciate: l’uomo, accompagnato dal suo avvocato, si è presentato spontaneamente dai carabinieri.
All’origine del folle gesto pare ci fosse un movente passionale: la donna lo aveva denunciato già due volte perché temeva per la sua incolumità. Dopo il tentato omicidio lui si era reso subito irrintracciabile: prima la fuga a piedi, poi a bordo di una Vespa 50 di colore bianco lasciata nelle vicinanze e alla quale aveva preventivamente coperto la targa con del nastro adesivo. I carabinieri avevano subito avviato una fitta caccia all’uomo, anche con l’ausilio degli elicotteri, ma senza trovare traccia del fuggitivo che non ha mai fatto nemmeno rientro a casa a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza, dove vive con i due figli. Da lì il 27 settembre era partito in Vespa per raggiungere Scanzorosciate, dove la ex moglie lavora come badante: dopo averle bucato le gomme dell’auto le ha sparato sei colpi di pistola, tre dei quali sono andati a segno. La 53enne si trova ancora ricoverata in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove era piantonata dai carabinieri per questioni di sicurezza. L’uomo aveva progettato nei minimi dettagli sia l’agguato che la sua fuga, per la quale ha sempre utilizzato soldi contanti. I carabinieri avevano anche trovato un suo scritto, una sorta di testamento che avrebbe lasciato intendere la volontà di farla finita ma al quale non hanno mai creduto fino in fondo.