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Sgominata una gang di romeni nell’operazione Napoleon

Nei giorni scorsi i Militari del Comando Stazione Carabinieri di Montichiari hanno chiuso un’imponente indagine, eseguendo perquisizioni domiciliari e anche un ordine di custodia in carcere, a carico di un cittadino rumeno 46enne, consentendo l’arresto di altri tre soggetti e la denuncia di molti altri facenti parte del gruppo.

L’operazione denominata “NAPOLEON” è stata coordinata dalla procura di Verona, provincia in cui maggiormente si sono verificate le razzie, che ha permesso di disarticolare, privandola di mezzi e covi, una vasta organizzazione di criminali con base in Montichiari che dal 2014 al 2017 aveva preso di mira i supermercati di una vasta area del nord Italia. L’indagine prendeva il via grazie all’analisi delle denunce sporte dal direttore di un supermercato di Montichiari che, riferendo ai carabinieri circa l’identica esperienza dei colleghi di altri supermercati della stessa catena, metteva sulla pista giusta i carabinieri di Montichiari. Questi ultimi, percepita la dimensione del fenomeno, acquisivano ed analizzavano le denunce e i filmati dei furti verificatisi nei punti vendita localizzati principalmente nella provincia di Verona . Tutti accomunati dalla tecnica adottata dai ladri e dalla tipologia della merce asportata. Non era nemmeno sfuggito loro che alcuni pregiudicati, con un profilo criminale compatibile agli eventi in analisi, si riunissero in locali di Montichiari per poi partire a bordo di autovetture, facendo rientro in paese nel pomeriggio. A capo della banda era stato individuato il 46enne che, ripreso nelle varie fasi, appariva chiaramente come il coordinatore, che si occupava della gestione delle “maestranze”, trovando loro alloggio, vetture ed indicando esattamente la merce da prelevare sugli scaffali che poi veniva recuperata da lui personalmente all’esterno del supermercato. Una parte del bottino veniva lasciata a chi materialmente eseguiva il furto. I furti venivano perpetrati scegliendo le filiali dei supermercati con un buon afflusso di clienti, al fine di potervisi confondere meglio. Diversi i metodi adottati: procedendo sempre alla rimozione dei sistemi antitaccheggio, occultando la merce addosso, oppure posizionando la merce su carrelli nei pressi delle uscite di emergenza da recuperare con movimenti fulminei.Le autovetture a disposizione venivano posizionate in punti strategici come parcheggi sotterranei in modo da poter avere un’auto in più, con targa straniera, pronta per dileguarsi, sempre diversa da quella utilizzata per caricare la refurtiva. In alcune occasioni, infatti, i ladri entravano nei parcheggi sotterranei di grandi centri commerciali lasciando la vettura con cui erano arrivati per partire con un’altra precedentemente collocata da dei complici cercando quindi di seminare eventuali inseguitori. Il lavoro messo in campo dagli investigatori nelle fasi iniziali aveva però permesso di mappare il parco macchine della banda riuscendo a superare tali stratagemmi.

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