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Sgominata una banda di hacker pachistani, quattro arresti e tredici indagati Il covo in bergamasca


La Squadra Mobile della Questura di Bolzano, in collaborazione con la Task Force Cybercrime della Polizia Criminale di Osnabrück, in Germania, è riuscita a sgominare una banda internazionale dedita alle truffe informatiche, composta in prevalenza da cittadini pachistani. Si presume, spiega la Polizia, che la banda, tra l’inizio del 2011 e luglio 2017 sia riuscita a infiltrarsi nei sistemi informatici dei centralini telefonici (tipo “Alcatel Omnipax” e “Siemens Hi-Path”), in uso a grandi aziende private ed enti pubblici tedeschi.

Con questo sistema i malviventi sfruttavano le utenze telefoniche delle ignare imprese, sulle quali deviavano un grosso volume di traffico telefonico, il tutto attraverso un trasferimento di chiamata preimpostato. Per non insospettire le vittime, l’hackeraggio avveniva durante i fine settimana o di notte, quando gli uffici o le società erano chiuse. Tra le parti lese tedesche vi sono anche il Tribunale di Osnabrück e la Corte D’Appello di Hamm.

A seguito delle indagini svolte è emerso un numero considerevole di società ed enti pubblici, sparsi in vari Paesi europei (soprattutto Francia e Paesi Bassi), vittime di questa tipologia di truffa. Alle parti lese risultano essere stati addebitati oltre 3,5 milioni di Euro dagli operatori telefonici. Nel corso del mese di aprile 2017 le indagini portavano anche all’effettuazione in una decina di perquisizioni tra Bolzano, Roma, Milano, Ancona e Genova, alle quali partecipavano anche magistrati e poliziotti tedeschi, che consentivano il sequestro di svariato materiale di prova (computer e altri sofisticati strumenti elettronici per l’hackeraggio, nonché importanti prove documentali).

A carico di 4 dei 13 indagati, veniva anche eseguito un mandato di arresto europeo richiesto dalla Procura di Osnabrück, per associazione per delinquere per reati informatici. Successivamente, precisamente nel luglio 2017 veniva perquisito un ulteriore covo dell’organizzazione, situato a Romano di Lombardia in provincia di Bergamo, che portava a 2 ulteriori arresti e alla scoperta di una vera e propria centrale telefonica dedicata all’hackeraggio. Quattro degli arrestati sono già stati estradati in Germania, mentre un altro componente della banda, non potendo essere estradato, è posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria italiana. “L’intensa collaborazione fra le Autorità giudiziarie italo – tedesche è un esempio lampante che Polizia e Giustizia possono affrontare il cybercrime internazionale anche valicando i confini”, spiega la Polizia. 

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