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Dopo 8 mesi di indagini i Carabinieri di Portogruaro, che nel frattempo avevano ricostruito l’attività criminale di una banda che aveva messo a segno ben 22 colpi in tutto il Nord Italia per un milione di euro di bottino, hanno compiuto il blitz sgominando l’organizzazione.

Tra i colpi messi a segno ve ne sono quattro in Bergamasca: tre a Lallio (il 17 giugno 2016 alla ditta Ccfc e il 25 in una casa e alla Rcm Food) e uno a Treviolo (il 27 giugno al Centro culturale della Roncola). Ion Cracea, 54 anni, Marin Bolovan, 30 anni, Marius Koble, 33 anni e Ionel Nitu, 35 anni, non hanno fatto in tempo a rincasare a Treviglio, dopo un colpi portato a termine un colpo sul Garda, che sono stati arrestati. L’operazione, chiamata in codice “Footing”, ha visto i carabinieri veneti affiancati dai colleghi di Treviglio e dalla polizia locale. Hanno atteso i malviventi appostati davanti al loro covo, un caseggiato di via Filzi nel centro storico di Romano: un membro della banda ha tentato di nascondersi in un sottoscala mentre Nitu, scalzo, ha tentato di fuggire sui tetti ma è stato bloccato dopo pochi metri. In contemporanea, a Vicenza, è stato arrestato un quinto membro della banda, Piotr Gurzu, 29 anni. La procura di Pordenone ha emesso altri due ordini d’arresto e 8 denunce a vario titolo per furto aggravato continuato in concorso. Nei guai ci sono però anche quattro ditte bergamasche accusate di ricettare il provento dei furti: i quattro titolari sono stati denunciati e sono stati recuperati 10 quintali di cavi di rame per 100 mila euro, tre veicoli industriali e un’auto. Secondo l’accusa i ladri arrivavano a percorrere anche centinaia di chilometri per rubare rame, macchinari, occhiali e furgoni. L’indagine è partita dopo una serie di colpi nel giugno 2016 proprio a Portogruaro. A legarli, la presenza di un’Audi che i militari hanno scoperto arrivare dalla Bergamasca. Decisivo il fermo di Cristian Graur, rumeno, che vistosi scoperto si era messo a correre simulando di essere impegnato nel footing (da qui il nome dell’operazione). Anche in questo caso era stata notata la Audi. Nei mesi seguenti c’erano stati colpi a Bergamo, Brescia, Udine, Verbania, Verona e Vicenza.