In 10 anni la popolazione del lavoro edile in provincia di Bergamo è sensibilmente invecchiata: in questo periodo è mancato il ringiovanimento che aveva caratterizzato il settore negli anni precedenti, e adesso il rapporto tra giovani e vecchi nel mondo dei cantieri si è perfettamente ribaltato. Nel 2014 i lavoratori sotto i 46 anni rappresentavano il 57.32 della forza lavoro. Oggi, quelli sopra i 46 anni sono il 52,78%. Una “capriola generazionale” sintomo di un allungamento della vita lavorativa, con il ritardo della pensione, e della scarsa attrattività del settore nei confronti dei giovani, come è stato ampiamenti dibattuto nel corso del congresso della FILCA CISL Bergamo, in corso a San Paolo d’Argon. “Abbiamo un’enorme difficoltà nell’attrarre i giovani – si legge nella relazione della segreteria: il lavoro edile è percepito come poco appetibile, sia per le condizioni contrattuali, sia per la mancanza di incentivi formativi adeguati.
Nel rendersi conto di quanto il mondo del lavoro sia cambiato, anche nei nostri settori, è essenziale avvicinarsi alle nuove generazioni il più possibile per garantire un futuro alla categoria che, per la nostra città, è un orgoglio da sempre. Per questo ci siamo impegnati costruendo, con le nostre casse, degli incentivi ad hoc per chi segue studi nel settore e investendo nei mezzi di comunicazione affinché sia possibile raggiungere in maniera più immediata ed efficace i più giovani”.
Nel contempo, anche l’ingresso di lavoratori italiani nel campo dell’edilizia bergamasca si è assottigliato: dal 78% del 2014, si è passati al 58% di quest’anno, nonostante un aumento del 14 % della forza lavoro totale. Egitto, Albania, Marocco e Romania sono i paesi più rappresentati nei cantieri della provincia, con un vero e proprio exploit dell’Egitto che dallo 0,77% di dieci anni fa è passato all’8,11% degli ultimi 12 mesi.
Dunque, se negli ultimi anni, il settore ha sicuramente mostrato un trend di crescita significativo, molto si deve alla partecipazione dei lavoratori immigrati.
L’industria edile locale, che impiega circa 18.000 lavoratori suddivisi tra comparto industriale e artigianale, si avvale infatti in misura significativa del contributo di manodopera straniera.
“Per favorire l’integrazione dei lavoratori migranti e migliorare la qualità del lavoro in cantiere, vogliamo promuovere programmi di formazione specifici allo scopo di valorizzare le competenze professionali, migliorare la sicurezza nei cantieri e rendere il settore più attrattivo. L’attenzione deve però anche essere rivolta alla stabilizzazione occupazionale e alla lotta contro il lavoro irregolare. Questi sforzi vanno accompagnati da un maggiore supporto istituzionale e contrattuale per facilitare percorsi di regolarizzazione e crescita professionale per i lavoratori migranti. Questi fratelli provenienti da altre terre del pianeta sono una risorsa imprescindibile per il settore edilizio anche a Bergamo, possono contribuire in modo significativo alla produttività e alla crescita delle imprese locali. Inoltre, per garantire una crescita sostenibile del settore, sarà necessario continuare a lavorare alle politiche di inclusione, stabilizzazione contrattuale e miglioramento delle condizioni lavorative. Solo attraverso una sinergia tra OO.SS, le imprese e i lavoratori, sarà possibile costruire un settore edilizio più equo, più sicuro e più prospero per tutti”.
Anche il tema della sicurezza ha riempito ampi spazi della discussione al congresso FILCA bergamasco. Secondo i dati INAIL e ATS di Bergamo, nel 2024 la provincia ha registrato un totale di 8.451 denunce di infortuni sul lavoro, di cui una quota significativa nel settore edile. Sono stati 15 quelli con esito mortale, alcuni dei quali avvenuti nei cantieri. Dal mese di ottobre 2024 ad oggi la provincia ha avuto, purtroppo, un triste trend negativo.
Non c’è miglioramento nemmeno per i dati che riguardano le malattie professionali denunciate nel 2024, che ammontano a 1.002. Il settore edile è tra quelli con il maggior numero di denunce, con patologie legate a più cause: disturbi muscolo-scheletrici dovuti a carichi pesanti e posture scorrette, problemi respiratori causati dall’esposizione a polveri e sostanze nocive, malattie del sistema nervoso per l’uso prolungato di attrezzature vibranti, tumori correlati all’esposizione a sostanze tossiche come amianto e silice, patologie della pelle dovute al contatto con agenti chimici e stress da lavoro-correlato e disturbi psicologici legati alle condizioni di lavoro precarie.
“Occorre agire nell’immediato – è il pensiero della segreteria – e diventa per noi fondamentale ed imprescindibile mirare alla “formazione obbligatoria” in materia di salute e sicurezza sul lavoro, svolta negli enti bilaterali edili territoriali, in quanto essi rappresentano un pilastro essenziale per diffondere consapevolezza e cultura in materia, garantendo ambienti di lavoro più sicuri e conformi alla normativa vigente. Come Filca, inoltre, riteniamo fondamentale instaurare un rapporto di collaborazione con gli enti preposti al controllo ed alla vigilanza: ATS, ITL, INAIL.
È importante altresì promuovere un filo diretto con le varie figure responsabili della sicurezza del Cantiere. Attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, aziende e lavoratori, è possibile ridurre significativamente il numero di infortuni e di malattie professionali”.
Nella giornata di domani si rinnoverà il consiglio generale della FILCA CISL Bergamasca e con il voto dei 63 delegati, in rappresentanza dei 7866 iscritti, ripartirà un nuovo mandato congressuale.
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