“La Rai, per ottenere il rinnovo del contratto di servizio nazionale, dovrà realmente raggiungere con segnale e servizio il 100% della popolazione.
Quanto a oggi scritto nello schema di convenzione per la società concessionaria che vincerà il bando, deve essere attuato senza se e senza ma. Deve essere posto rimedio a una storica stortura per la quale, nonostante il servizio radio-televisivo venga definito ‘universale’, in Italia almeno 5 milioni di persone continuano a registrare difficoltà nella ricezione. Ora siamo a un punto di non ritorno. Chi vince deve garantire un servizio totale a ciascun cittadino. Tutti. Nessuno escluso”.
Così l’on. Enrico Borghi, presidente Uncem e presidente dell’integruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna, commenta la necessità di superare il primo nodo del digital divide del Paese. Il servizio radio-televisivo deve essere assicurato a tutti, indipendentemente dall’area geografica nella quale gli Italiani vivono. “Ho scritto un’interrogazione al Ministro Calenda e una lettera alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai – evidenzia Borghi – per sapere quali strumenti il Governo utilizzerà per verificare il pieno adempimento del concessionario alla norma dello schema di convenzione. La verifica deve essere fatta subito, di anno in anno, e non dopo i primi tre anni di entrata in vigore della nuova convenzione come scritto sul regolamento. Serve un presidio stringente, visto che tutti pagano il canone”.
Uncem ha ribadito più volte come, di fronte al pagamento della tassa di possesso di un televisore nella bolletta elettrica, la ricezione tv debba essere garantita a tutti. “Se il concessionario non raggiungerà il 100% della popolazione italiana – aggiunge Enrico Borghi – occorre prevedere un sistema di sanzioni. Non va ulteriormente precluso il diritto all’accesso al servizio e alla programmazione del servizio pubblico, non a caso definito universale, per il quale tutti paghiamo il canone in bolletta. Chi non rispetta i diritti, deve essere sanzionato. Fino ad oggi, in molte vallate montane la RAI si era appoggiata per la copertura del segnale a ripetitori messi in opera dalle disciolte Comunità Montane. Ora l’evoluzione tecnologica e la scomparsa dei soggetti istituzionali preposti ha fatto scomparire ripetitori, segnali e copertura televisiva in diverse vallate. Con il nuovo contratto di servizio questo problema deve essere risolto”.