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Seduta consiliare sospesa a Palazzo Pirelli questo martedì 3 maggio a Milano: espulsi i consiglieri del M5S Silvana Carcano e Giampietro Maccabiani; censurati gli altri componenti del Gruppo Movimento 5 Stelle.

Si è conclusa in questo modo la seduta mattutina del Consiglio regionale, aperta dal Presidente Raffaele Cattaneo verso mezzogiorno, dopo un paio d’ore durante le quali i consiglieri del M5S avevano occupato i banchi della Presidenza esponendo uno striscione, poi rimosso dai commessi. Il Consiglio regionale doveva iniziare alle ore 10 ma l’Aula è rimasta bloccata fino a mezzogiorno. A far scattare l’espulsione dei due consiglieri è stato il loro atteggiamento nei confronti del consigliere di Forza Italia Mario Mantovani che aveva chiesto al Presidente Raffaele Cattaneo di poter parlare all’Aula “per fatto personale”. Richiesta accettata dal Presidente Cattaneo “per non più di cinque minuti” perché in linea con quanto prevede l’articolo 70 del Regolamento”. Mantovani però non ha mai potuto iniziare il suo intervento, disturbato con fischietti e urla dai consiglieri Carcano e Maccabiani, che si sono posizionati anche davanti alla sua postazione impedendo il suo intervento. Il Presidente Cattaneo, applicando quanto previsto dal Regolamento, li ha dapprima richiamati, poi censurati e, visto il reiterarsi del loro atteggiamento, espulsi dall’Aula. Cattaneo ha poi sospeso la seduta, che riprenderà alla 14,30.

La seduta consiliare e il Regolamento – Il Presidente Cattaneo aveva dato inizio alla seduta richiamando gli articoli del Regolamento consiliare che riguardano l’ordine delle sedute, le sanzioni (art. 64) e il tumulto in Aula (art. 66).

Abbiamo ritardato l’inizio della seduta perché abbiamo voluto parlare con tutti i Capigruppo, illustrare i limiti nei quali dovevano muoverci, cosa dice la legge, cosa dice il Regolamento – ha sottolineato il Presidente Raffaele Cattaneo – Nessuno di noi è al di sopra della legge e del Regolamento, dobbiamo stare tutti in queste regole. Qualcuno ha invece ritenuto, ancor prima che ne parlassimo, di occupare i banchi della Presidenza, esporre uno striscione; evidentemente ritenendo il proprio giudizio su quello che stava accadendo superiore al rispetto delle leggi e del Regolamento”. Della situazione in Consiglio regionale il Presidente, come prevede la legge, ha informato il Prefetto e le autorità di pubblica sicurezza. A queste ultime, che comunque non sono intervenute in Aula così come non c’è stato atto di forza da parte di alcuno, spetta infatti il compito di verificare eventuali profili di reato riguardanti per esempio l’interruzione di pubblico servizio.

L’articolo 64 del Regolamento prevede che se un Consigliere “turba l’ordine della seduta o pronuncia parole sconvenienti” può essere richiamato dal Presidente. Nel caso in cui il comportamento prosegua o trascenda in tumulto o atti di particolare gravità, scattano le sanzioni successive, quindi la censura e l’espulsione per la durata della seduta. “Se il consigliere – precisa ancora il Regolamento – non ottempera l’invito di lasciare l’Aula, il Presidente sospende la seduta”.