Un traffico illecito di chihuahua che dall’Est Europa venivano importati in Italia, poi l’amara scoperta da parte dei Carabinieri di Correggio (Reggio Emilia) e dal nucleo forestale di Reggio che dopo mesi di indagini, hanno interrotto l’operazione illegale. Detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, esercizio abusivo di una professione e frode: sono queste le accuse di cui sono state denunciate le responsabili, due donne (una bresciana), titolari di un allevamento con sede a Bedizzole. Dopo essere stati importati, agli animali veniva falsificata la documentazione e dopo aver apposto i microchip illecitamente detenuti, venivano rivenduti, comportando ingenti guadagni alle due criminali. In alcune occasioni le due si recavano personalmente all’estero con auto prese a noleggio e ritiravano i chihuahua in un’area di servizio autostradale. Con le perquisizioni di venerdì scorso nell’allevamento ed in altri terreni delle due donne a Ponte San Marco, Calcinato e nell’Emiliano, i militari dell’Arma hanno sequestrato i cuccioli, ma in aggiunta anche 150 pedigree (tre già abbinati a microchip), confezioni di farmaci ad uso ospedaliero, passaporti rilasciati da autorità straniere a favore di cani assenti nell’allevamento, libretti veterinari come nuovi ed un blocco di carta intestata all’Ausl di Modena. Su quest’ultimo ritrovamento si sospetta che venisse utilizzato con lo scopo di falsificare certificati.
Immagine del Giornale di Brescia