Le forze dell’ordine si sono messe subito al lavoro dopo gli scontri avvenuti sabato prima della partita tra Brescia e Cagliari.
Numerosi i “tifosi” identificati e per due di questi è scattato l’arresto mentre per un terzo è scattata la denuncia in stato di libertà. Ma le forze dell’ordine continuano le indagini per identificare i colpevoli degli scontri avvenuti a Palazzolo.
Il primo a finire in manette è un tifoso sardo di 26 anni, è stato fermato in aeroporto pochi minuti prima di riprendere il volto per tornare in Sardegna. L’arresto in flagranza differita, secondo quanto prevede la legge, è stato possibile grazie alle riprese delle telecamere. Le accuse per il giovane sono pesanti: dovrà infatti rispondere di rissa aggravata, uso di oggetti atti ad offendere, percosse.
Numeroso il materiale in possesso della Digos della Questura di Brescia, che ha proceduto ai due arresti. Si vedono gli ultras che si colpiscono ripetutamente con le aste delle bandiere. Negli incidenti hanno riportato lesioni anche quattro carabinieri che hanno fatto il possibile per evitare che le tensioni degenerassero. Almeno un centinaio di persone coinvolte negli scontri. Da Cagliari sono arrivati circa una trentina di tifosi, mentre il rimanente centinaio vive nel Bresciano o nelle province limitrofe.
Oltre al tifoso cagliaritano è finito nella rete della Digos anche un bresciano. Anche in questo caso si tratta di un 26enne: vive in un paese della provincia e deve rispondere di rissa aggravata, lancio di oggetti, violenza a pubblica ufficiale. Anche in questo caso si sono rivelate determinanti le immagini delle telecamere.
I due arrestati potrebbero essere processati oggi per direttissima, secondo una prassi che da tempo sembrava appartenere a un passato il cui ritorno non era assolutamente richiesto.(foto Bresciaoggi)