Alla vigilia dello sciopero generale nazionale di venerdì, 29 novembre, oggi Marco Toscano di CGIL e Pasquale Papaianni di UIL provinciali hanno incontrato la stampa per spiegare – anche declinandoli su base territoriale – i motivi della mobilitazione.
Hanno innanzitutto ricordato che a Bergamo venerdì è in programma un corteo convocato per le 9.30 in piazza Pontida e in partenza per le ore 10. Si percorreranno le vie del centro, da largo Rezzara, a via XX Settembre, piazza Matteotti, passaggio Zeduri, via Tiraboschi, largo Porta Nuova, largo Gavazzeni. L’arrivo è previsto di fronte alla Prefettura di via Tasso dove si terranno alcuni interventi di lavoratori che sono delegati nei loro luoghi di lavoro: per FIOM-CGIL Nicoletta Serina, per FLC-CGIL (scuola) Eugenio Bianchi, Andrea Giardina per FP-CGIL, poi per UILM-UIL Fedele De Vuono, per UILTrasporti Adriano Villa e per UILTEC-UIL Ivano Raimondi. La manifestazione si chiuderà attorno alle 13.
“Le ragioni di questo sciopero si legano ai contenuti della Legge Finanziaria in discussione proprio in questi giorni in Parlamento” ha sottolineato in conferenza stampa Marco Toscano, segretario generale della CGIL di Bergamo. “Fra i tasti più dolenti, quello della sanità, il cui finanziamento – torniamo a dirlo – si calcola in proporzione al Pil. Poi il fisco: servirebbe una fiscalità davvero proporzionale come prevede la Costituzione italiana, accanto a una vera lotta all’evasione fiscale. Questa manovra finanziaria non contiene, poi, nessun reale sostegno al lavoro. E ugualmente non c’è supporto alla contrattazione: il governo si sottrare al ruolo attivo che dovrebbe avere nel rinnovo dei Contratti nazionali del pubblico impiego, non prevedendo risorse adeguate, e dunque aggravando la non attrattività per le i profili di lavoro del comparto pubblico, sempre più in sofferenza. L’esecutivo, poi, continua a ignorare le proposte sul salario minimo, in controtendenza rispetto a ciò che avviene in Europa. L’Italia deve, infine, decidere se intende o no salire sul treno della doppia transizione, quella alla sostenibilità e alla digitalizzazione. Non è immaginabile procrastinare, la transizione altrove è già partita”.
“In questa legge finanziaria noi osserviamo una mancanza di coraggio di guardare al futuro” ha dichiarato poi Pasquale Papaianni, coordinatore provinciale della UIL di Bergamo. “Mancano investimenti che pensino alla famiglia. Eppure nell’ultimo incontro con Confindustria Bergamo abbiamo appurato come siano in aumento i part time perché le famiglie, in mancanza di servizi di sostegno, sono portate a impiegare più tempo nell’accudimento dei propri figli, soprattutto a fronte di rette di asili nido proibitive. Servono interventi strutturali, non bastano quelli a spot. Questa è anche una manovra che non valorizza chi vorrebbe andare in pensione. Insomma, questo è il Paese in cui c’è chi paga per chi non lo fa. Cioè, pagano sempre lavoratori dipendenti e pensionati”.
All’incontro con la stampa erano presenti anche Roberto Rossi per la CGIL e Damiano Bettoni per la UIL provinciale.