Erano più di 300 i metalmeccanici bergamaschi che, sotto le bandiere di FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL, hanno sfilato per le vie centrali della città venerdì 28 marzo, per protestare contro il ritardo del rinnovo del contratto nazionale. Di nuovo in piazza, dunque, i lavoratori orobici dell’industria, anche per puntare l’attenzione in generale sul mondo del lavoro e del precariato, sugli appalti che abbassano il costo del lavoro e, di conseguenza, sul ridursi del potere di acquisto dei lavoratori. Salari dignitosi, diritti, stabilità e rispetto sono state le istanze portate in piazza da lavoratori e lavoratrici.
Tra piazza Pontida e piazza Dante, il serpentone dei lavoratori ha scandito slogan e attirato l’attenzione e l’appoggio di molta parte della popolazione. Poi, durante il comizio finale, i tre segretari delle categorie di CGIL, CISL e UIL si sono alternati con alcuni delegati, che hanno raccontato esperienze di fatica e stanchezza legate a una situazione di stallo che penalizza le fasce economicamente più fragili e il precariato, ancora troppo diffuso.
“Dobbiamo riconquistare il tavolo della trattativa”, hanno dichiarato dal palco di piazza Dante Emanuele Fantini, Andrea Agazzi e Emilio Lollio. “La chiusura del contratto è fondamentale per affrontare insieme il futuro. Nelle fabbriche c’è molta aspettativa sul rinnovo del contratto nazionale, ancor più dopo la pubblicazione dei dati che evidenziano e rimarcano come in Italia siano diminuiti i salari e il potere d’acquisto, risultando i peggiori tra i paesi del G20. Chiediamo nuovi spazi di trattativa: la piattaforma che abbiamo presentato è stata approvata dal 98% dei lavoratori e da qui bisogna partire. Non farlo sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, prima ancora che delle organizzazioni sindacali”.
Alta adesione allo sciopero nelle aziende della provincia
Brembo Curno (montaggio) → 90%
Evoca Valbrembo → 100% (linee ferme)
Exide Romano → 90%
ABB Dalmine → 90% (linee ferme)
Fonderie Mazzucconi (Ponte San Pietro, Ambivere) → 95%
Tenaris-Dalmine → oltre 90% (linee ferme)
Schneider Stezzano → 85%
Bianchi Vending → 70%
Alltub Cividate → 90% (produzione ferma)
Rono Locate → oltre 90%
Ebrebosio → 100%
Tesmec (operai) → 90%
Marcegaglia → 85%
Walmec → 80%
Omefa → 80% (in produzione)
Regal → 90% (linee ferme)
Lucchini Lovere → 75%
Un segnale forte che conferma la determinazione dei lavoratori nel richiedere condizioni contrattuali più eque.