Sciopero questo mercoledì 2 ottobre alla Diamalteria di Darfo Boario Terme per solidarietà nei confronti di una collega, nei confronti della quale è stata avviata una procedura di licenziamento e, soprattutto, per chiedere un incontro con i vertici della storica azienda, specializzata nella produzione di estratti di malto.
A fianco degli oltre 40 lavoratori dello stabilimento camuno, a cui si aggiungono un decina di impiegati operativi nella sede legale di Milano, c’erano le organizzazioni sindacali: la Fai Cisl Brescia e la Flai Cgil di Vallecamonica e Sebino. Il licenziamento di una dipendente, dopo 25 anni di lavoro, è stato l’ultimo campanello di allarme per il personale, che da tempo lavora in condizioni di stress, tanto che una ventina di lavoratori negli ultimi anni hanno dato le dimissioni, fa sapere Donato Bianchi, coordinatore della Flai Cgil di Vallecamonica e Sebino. All’interno di un processo di riorganizzazione aziendale le mansioni dell’operaia, secondo il gruppo dirigente, potevano esser svolte da altri dipendenti. La richiesta del personale e dei sindacati non è solo quella di ritirare la procedura di licenziamento, ma anche quella di avviare un tavolo di confronto con la dirigenza per affrontare l’organizzazione del lavoro, a partire dal diritto dei lavoratori di usufruire di ferie e permessi. Secondo i rappresentanti sindacali, l’azienda non è in crisi perché i carichi di lavoro sono anzi aumentati: molti dipendenti spesso fanno gli straordinari come chiesto dall’azienda. E proprio con il blocco degli straordinari prosegue la protesta nello stabilimento di corso Lepetit a Darfo Boario Terme. La mobilitazione va avanti in attesa che l’azienda convochi le parti per aprire un confronto costruttivo.