Un giovane esemplare immortalato dalle fototrappole mentre si cibava di miele e
api
Dopo più di un anno di assenza – l’anno scorso fu avvistato un esemplare sul confine tra la
Valsassina e la Valtaleggio – l’orso bruno torna a fare la sua comparsa sulle Orobie bergamasche.
Ha scelto la Valle di Scalve, questa volta, in particolare l’incantevole conca dei Campelli, a
Schilpario.
L’accertamento da parte della Polizia provinciale di Bergamo è scaturito dalla segnalazione di un
apicoltore locale che ha trovato un’arnia completamente divelta con i telaini che contengono le
covate e il melario “consumati” del miele e delle api che lo stavano producendo. Indizi
inequivocabili del passaggio del plantigrado, che è prioritariamente vegetariano ma non disdegna né
il miele né la componente proteica che deriva dagli insetti: le api appunto, ma anche formicai,
lombrichi, vermi (in altri casi può cibarsi anche di fauna selvatica che trova sul territorio o di
animali domestici, soprattutto ovicaprini, che talvolta è in grado di predare).
Immediato è stato il sopralluogo degli agenti di Via Tasso che hanno effettuato i rilievi sul posto,
certificando i danni subiti e posizionando una fototrappola al fine di individuare l’orso in caso di
ritorno la notte successiva: evento puntualmente verificatosi, con l’animale immortalato e intento a
consumare nuovamente le arnie che erano state risistemate dall’apicoltore. L’apiario è ora protetto
da una recinzione elettrificata, al fine di dissuadere l’animale e prevenire nuovi danni: è stata
ovviamente avviato l’iter documentale, la Polizia provinciale si adopera per fornire la modulistica e
le indicazioni corrette, al fine di consentire all’apicoltore di ricevere doverosamente il risarcimento
dei danni subiti da parte di Regione Lombardia.
Sono stati individuati e prelevati anche alcuni peli che consentiranno – mediante specifiche indagini
di laboratorio – di “mappare” geneticamente l’individuo al fine di determinarne la discendenza dal
nucleo originario. Si tratta quasi certamente di un maschio sub-adulto allontanatosi dalle zone di
riproduzione delle femmine in Trentino e che, dopo lunghi periodi di “erratismi” (possono durare
diversi anni) in territori ampissimi lungo l’intero arco alpino centro-orientale, farà rientro una volta
raggiunta la maturità sessuale partecipando di fatto all’espansione della popolazione.
L’orso bruno è un animale schivo, tendenzialmente di abitudini notturne e tende a evitare il contatto
con l’uomo: prova ne è il fatto che in questi giorni nessuno ha segnalato avvistamenti né in Valle di
Scalve, né nel resto della provincia.
La sua presenza, al pari di quella del lupo – ormai stabilmente insediatosi nella Orobie – non deve
condizionare la nostra possibilità di frequentare la montagna e apprezzarne l’elevato grado di
biodiversità, sempre nel rispetto delle normali regole di convivenza tra uomo e mondo selvatico.
La Polizia provinciale è a disposizione di tutti – attraverso il numero verde 800350035 della propria
Sala operativa – per ricevere ogni segnalazione relativa alla presenza di fauna selvatica sul territorio
bergamasco e per fornire le indicazioni corrette in caso di rinvenimento di animali feriti o di danni
derivanti dalla sua presenza.
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