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«San Pellegrino Spa non può pregiudicare la mobilità Si tuteli il sedime»

Tre titoli: tutela dell’ex sedime ferroviario, il progetto di San Pellegrino Spa in rapporto al tracciato, e i possibili sviluppi sul futuro della valle Brembana. Dopo le ultime discussioni a riguardo apparse sui giornali nelle scorse settimane sui temi che ruotano attorno la mobilità, l’ex assessore provinciale Felice Sonzogni torna ancora una volta in merito alle questioni, facendo chiarezza. Lo fa all’indomani della manifestazione di San Pellegrino Terme dove, il 3 febbraio scorso, un migliaio di persone sono scese in piazza per chiedere una viabilità migliore. Lì tra la folla c’era anche lui.

«Si è creata confusione», ha tenuto a sottolineare Sonzogni. «Una questione è la tutela assoluta che deve essere garantita ai sedimi; l’altra questione è quella che riguarda più da vicino quanto sta accadendo a Zogno e San Pellegrino Terme, con il progetto della Flagship Factory – precisa –. I sedimi sono da sempre vincolati e tutelati per il ripristino dei servizi di mobilità ferro-tranviaria, e questo vale da Bergamo fino a Piazza Brembana. Quindi – rimarca ancora –, tutti i sedimi e le stazioni, devono essere tutelati per questa prospettiva».

«Nel frattempo si possono autorizzare delle funzioni temporali attraverso concessioni, e se non fosse così non saremmo mai riusciti a realizzare il tratto dalla città ad Albino.  Valutammo un percorso alternativo – racconta Sonzogni, che è stato uno dei componenti del Consiglio di amministrazione della TEB per la realizzazione del ramo Val Seriana T1 –, ma alla fine tutto è stato realizzato sul vecchio tracciato perché l’alternativa comportava costi troppo onerosi. Questo dovrebbe essere d’insegnamento per tutti: non ci sono altre alternative», aggiunge. «E poi l’errore non è del tram che passerebbe lì in mezzo alle aziende, o per la presenza di sottoservizi (fognature, gas, ecc…), ma del fatto che sapendo che questo tracciato poteva ospitare un tranvia non andava occupato. Le autorizzazioni in ogni caso sono tutte temporanee, non potevano essere rilasciate delle permanenti o limitative: in ogni caso avete visto dove transitano i tram a Milano? E con tutto il rispetto per il traffico di San Pellegrino Terme, sarà sempre meno di quello del centro di Milano…».

Attualmente per il ripristino del servizio tranvia (TEB 2) in Valle Brembana esiste un progetto, che è quello presentato alcuni mesi fa in Provincia di Bergamo dagli enti interessati. Costo complessivo dell’opera: 140 milioni circa. E la speranza che possa essere realizzato – ma dalla città fino a Villa D’Almè – tramite un bando governativo che metterà a disposizione alcuni fondi europei a fine 2018. «Ho sempre ritenuto sbagliato fermarsi nell’hinterland, occorre entrare nel cuore della Valle – ammette Sonzogni –. Quando ho presentato il vecchio progetto 9 anni fa proprio nella città dell’Acqua, la slide che suscitò più clamore era stata quella che raffigurava il tragitto: Londra – San Pellegrino Terme in 2 ore e mezza. Se si vuole dare davvero un grande impulso allo sviluppo della valle serve qualcosa di incredibilmente potente, altrimenti siamo come tutti gli altri, come le altre cento vallate della corona delle Alpi».

Sonzogni poi entra nel merito delle questioni legate alla Flagship Factory di San Pellegrino Spa. «Fino a settimana scorsa l’unico pezzo venduto ed inglobato sempre dall’azienda era quello di un privato di San Pellegrino Terme, dove c’è lo stabilimento. È’ stato un errore, a cui si aggiunge il tratto di Zogno recentemente venduto. Ora stiamo correndo il grandissimo rischio che il pendolarismo delle merci, dalla produzione alla destinazione (Madone), si realizzi non con il progetto tranviario ma con i 99 mila camion all’anno sulla EX SS 470. E’ incredibile quello che sta capitando», avverte l’ex assessore provinciale.

«Sostengo e condivido la volontà di questa azienda di investire, però prima e dopo questa azienda, verso il resto della vallata, c’è probabilmente molto più valore di quello che può dare la San Pellegrino Spa – conclude –. Penso che non si può pregiudicare la possibilità di una mobilità tranviaria».

 

di FEDERICO MARZULLO

FOTO VALBREMBANAWEB.COM


 

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