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Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, presenta il libro “Cinquantasette giorni. Ti porto nella casa di Paolo”

In occasione del Mese della legalità
Martedì 12 marzo 2024 ore 20.30
Presso l’Auditorium “Benvenuto e Mario Cuminetti”
Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, presenta il libro
“Cinquantasette giorni. Ti porto nella casa di Paolo”
Edizioni IOD

Intervengono gli studenti dell’ISIS Mons. O. Romero di Albino che nel mese di febbraio hanno visitato “la casa di Paolo” e una rappresentanza degli studenti dell’ABF di Albino.
Moderatore: Rocco Artifoni di Libera (Provincia di Bergamo)

La presentazione è co-organizzata da assessorato alla cultura di Albino, Istituto “Mons. O. Romero” di Albino, Centro Promozione Legalità del Liceo Mascheroni di Bergamo, LIBERA di Bergamo e Associazione ‘Le Agende Rosse’.

Cinquantasette giorni separano la strage di Capaci dalla strage di via d’Amelio. Un tempo in cui si sarebbe potuto fare molto da parte delle istituzioni per proteggere Paolo Borsellino, ma niente di quel molto fu fatto.
In questo libro, Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, in una sorta di countdown, ripercorre ogni singolo giorno trascorso tra il 23 maggio e il 19 luglio 1992, un arco temporale fittissimo di lavoro per il Giudice che, sapendo di avere le ore contate, senza mai pensare di sottrarsi al proprio destino, mise in campo tutte le proprie forze e la propria volontà per fare luce sulla strage di Capaci, annotando nella sua agenda rossa ogni particolare di quell’inchiesta.
Roberta Gatani ci racconta anche le fragilità di Paolo, dilaniato in quei giorni dal dolore per la morte dell’amico fraterno Giovanni Falcone e preoccupato per la sorte dei propri familiari e dei ragazzi della scorta.
Il racconto di Paolo bambino per le strade della Kalsa insieme a suo fratello Salvatore, quello dei ricordi familiari e della voglia di ritagliarsi spazi di libertà e normalità ci restituiscono un ritratto umano che rende ancora più giustizia al sacrificio fatto in nome della Verità.  In parallelo a questo racconto corre la narrazione della quotidianità alla Casa di Paolo, un’associazione nata nel 2015 per volontà di Salvatore Borsellino, diretta da Roberta Gatani, con sede proprio nella vecchia farmacia di famiglia in via Vetriera, nel cuore della Kalsa, un luogo dove la memoria di Paolo rivive oggi attraverso il lavoro dei volontari che si battono, con tutte le loro forze, per offrire accoglienza, affetto, istruzione e un futuro migliore ai giovani del quartiere. Un luogo che è diventato tappa fondamentale per chiunque vada a visitare Palermo. Un luogo dove l’amore ha compiuto il miracolo di riportare a correre le lancette di un tempo spezzato dalla violenza criminale.
Biografia
Roberta Gatani nasce a Palermo. È figlia di Adele, sorella maggiore di Paolo Borsellino.
Si laurea in Scienze dell’educazione ma rinuncia all’insegnamento per dedicare tutto il suo impegno e la sua passione alla memoria del Giudice e alla lotta per rendergli giustizia.
Dal 2016 è responsabile della Casa di Paolo, un progetto volto a dare alternative ai bambini e ai ragazzi della Kalsa, il quartiere in cui sono nati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, oggi fortemente a rischio.
 La Casa di Paolo
È il progetto di Salvatore, fratello di Paolo Borsellino, nato dal desiderio di riportare il Giudice nel quartiere in cui è nato e al quale è rimasto fortemente legato per tutta la vita. Viene inaugurata il 17 luglio del 2015 nei locali della storica farmacia di famiglia e da allora è aperta gratuitamente a tutti, soprattutto ai bambini e ai ragazzi che vivono in situazioni di disagio economico, di carenze affettive e relazionali e di svantaggio culturale, cercando di dar loro l’opportunità di immaginare un futuro diverso e gli strumenti necessari per realizzarlo.
La Casa di Paolo vive unicamente grazie all’impegno di soli volontari e alle donazioni di privati cittadini.
 Il manifesto del Movimento Agende Rosse
 La nascita del Movimento Il Movimento Agende Rosse è costituito da cittadini che agiscono affinché sia fatta piena luce sulla strage di Via D’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992 nella quale furono uccisi il Magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di Polizia Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina e Vincenzo Li Muli. Il Movimento nasce su impulso di Salvatore Borsellino il quale il 15 luglio 2007 scrive la lettera intitolata “19 luglio 1992: una strage di Stato” nella quale afferma che la ragione principale della morte del fratello Paolo è da ricercarsi nell’accordo di non belligeranza stabilito tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra in seguito ad una trattativa fondata sul tritolo delle stragi in Sicilia del 1992 ed in continente del 1993. Salvatore Borsellino chiede di avere delle risposte sulle omissioni delle più elementari misure di sicurezza in via D’Amelio il giorno della strage e di sforzare la memoria ad alcuni rappresentanti delle Istituzioni che incontrarono Paolo Borsellino nelle sue ultime settimane di vita e che pertanto conoscono elementi fondamentali per ricostruire lo scenario in cui maturò l’accelerazione della fase esecutiva dell’eccidio.

 L’agenda rossa
 Nei mesi che precedettero la strage Paolo Borsellino riportò parte dei contenuti dei suoi colloqui investigativi su un’agenda rossa che aveva ricevuto in dono dall’Arma dei Carabinieri. Il Magistrato ripose l’agenda nella sua borsa di cuoio poco prima di recarsi dalla madre in via D’Amelio il 19 luglio 1992. Da quel momento dell’agenda si sono perse le tracce: nella borsa trovata intatta dopo l’esplosione sono stati rinvenuti alcuni oggetti personali ma non l’agenda. Chi se ne è appropriato può oggi utilizzarla come potente strumento di ricatto nei confronti di coloro che, citati nel diario, sono scesi a patti con l’organizzazione criminale. L’agenda rossa è stata scelta come simbolo del Movimento per rappresentare la nostra richiesta di Giustizia affinché sia fatta piena luce sulle zone ancora buie che avvolgono la dinamica della strage di via D’Amelio e sui nomi dei mandanti e degli esecutori dell’eccidio dei quali, pur essendo stata accertata l’esistenza, non è stato ancora possibile individuare il volto.

 Gli obiettivi del Movimento
 Le iniziative organizzate dagli aderenti al Movimento hanno lo scopo di incoraggiare la parte migliore delle Istituzioni nella ricerca della piena verità su moventi e mandanti della strage di via D’Amelio e di sostenere tutti i rappresentanti dello Stato vittime di campagne di delegittimazione oltre che a rischio della stessa vita per aver scelto rendere viva la Costituzione nella propria professione. Nasce così l’esperienza delle “Scorte civiche” formate da cittadini decisi e difendere quei magistrati, membri delle forze dell’ordine e giornalisti che sono esposti in prima file nella lotta alla criminalità organizzata ed alle collusioni tra questa e pezzi delle Istituzioni. Il cuore delle iniziative del Movimento si svolge a Palermo il 19 luglio dove, a partire dall’anno 2009, tutti gli aderenti si ritrovano assieme per ridare voce a Paolo, Emanuela, Walter, Vincenzo, Claudio ed Agostino, per chiedere Giustizia e per impedire che personaggi che occupano indegnamente le Istituzioni si presentino per assicurarsi che Paolo Borsellino sia veramente morto. Paolo Borsellino è oggi più vivo che mai negli occhi dei suoi familiari, nella loro sete di Giustizia, nel lavoro di quei magistrati ed investigatori che stanno dando il meglio delle proprie capacità umane e professionali per fare piena luce sulle stragi del biennio ‘92-‘93 e nelle azioni di tanti cittadini che hanno scelto di agire in prima persona e di Resistere affinché questo difficile obiettivo sia raggiunto.

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