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Ritrovarsi in ludoteca: le proposte della Cooperativa Arcobaleno

I bambini hanno bisogno di giocare. E hanno bisogno di farlo insieme. Perché dopo un anno e mezzo di pandemia, ciò di cui si sente maggiormente la mancanza è la socialità, il vivere a contatto gli uni con gli altri, senza calcolare le distanze da mantenere per proteggersi.

La cooperativa Arcobaleno, da sempre attenta ai bisogni dei più fragili, ha aperto in Piazza Don Bosco 1, a Darfo Boario Terme, una ludoteca che diventa il cuore pulsante delle attività proposte. La programmazione che va da luglio a settembre è infatti ricca e diversificata, e totalmente gratuita per le famiglie. Le iniziative rientrano nel progetto C’ero anch’io 2, nato dal bando Educare del Dipartimento delle Politiche della Famiglia.

«La prima necessità dopo la pandemia è stata quella di creare occasioni di svago e aggregazione» commenta Gabriele Crimella, progettista della Cooperativa. La ludoteca propone attività ludico educative in piccoli gruppi, modalità vantaggiosa non solo dal punto di vista delle norme anti Covid ma anche per favorire la relazione tra i bambini. Creatività, musica, psicomotricità, fotografia e un laboratorio con un pavimento interattivo sono le proposte della Cooperativa Arcobaleno, tutte curate da esperti. I piccoli partecipanti potranno quindi mettersi alla prova, entrare in punta di piedi nel mondo dell’arte e ritrovare il piacere di farlo insieme agli altri.

«L’idea è quella di fare qualcosa di concreto con bambini e ragazzi, qualcosa che resti loro. Abbiamo anche preparato un gadget per gli iscritti, in collaborazione con la libreria Punto a Capo di Pisogne» spiega Silvia Tiberti, responsabilità dell’Unità Locale Casa del Fanciullo.

Le iniziative proposte sono originali e innovative, pensate per fasce d’età specifiche. La psicomotricità è rivolta a bambini dalla prima alla terza elementare e non può non assumere un ruolo importante: in questi anni pandemici, dal profumo di Amuchina e dal colore delle mascherine chirurgiche, ai bambini è stato chiesto di sacrificare la loro fisicità per diventare digitali, dei quadratini fluttuanti nel cosmo di Zoom. Adesso è giunto il momento di ridare loro una corporeità e di permettergli di rientrare in possesso dello spazio e del tempo, venuti meno durante la pandemia.

                                         Maria Ducoli

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