Il fenomeno dell’antibiotico resistenza sta diventando un allarme sanitario, tanto che l’OMS sta mettendo in atto delle strategie per limitare la diffusione del fenomeno, soprattutto preoccupante nei paesi industrializzati.
Il primo antibiotico utilizzato per la terapia di malattie infettive fu la penicillina, scoperta da Fleming nel 1929, ma usata per la prima volta nel 1941. Da allora si sono sviluppati molti altri tipi di antibiotici, sempre più potenti e a largo spettro d’azione, in grado cioè, da soli o in combinazione, di eliminare la maggior parte dei batteri esistenti. Sono farmaci che hanno permesso di salvare milioni di vite umane. Ma la loro larga diffusione e il loro utilizzo eccessivo e non corretto ha provocato la selezione di batteri che sono divenuti resistenti a molti antibiotici, definiti “super batteri”.
Si tratta di microrganismi che sono stati esposti agli antibiotici e sono riusciti a sviluppare una forma di resistenza che permette loro di sopravvivere nonostante la somministrazione di antibiotici. Attraverso uno scambio di materiale genetico, questo meccanismo di resistenza può passare da batterio a batterio, con il risultato che gli antibiotici non fanno più effetto.
Le cause principali dell’antibiotico resistenza sono: l’abuso di antibiotici e il loro uso scorretto.
Secondo dati dell’agenzia italiana del farmaco (AIFA), l’Italia si pone tra i paesi Europei con maggior consumo di antibiotici, addirittura doppio rispetto a Germania e Regno Unito.
L’abuso di antibiotici ha varie origini. Innanzitutto spesso gli antibiotici vengono assunti dai pazienti, senza un preventivo consulto medico, magari consigliati e consegnati da parenti o conoscenti, per curare malattie virali come l’influenza o una banale faringite. L’influenza è una malattia virale che non richiede somministrazione di antibiotici, che sono utili per curare eventuali complicanze batteriche, che possono intervenire soprattutto in pazienti affetti da altre patologie croniche. Le faringiti nel 90% dei casi sono di origine virale ed anche in questi casi quindi gli antibiotici sono inutili se non dannosi. Un’altra condizione che può originare un abuso di antibiotici è un fattore dipendente dal medico, che talora, praticando quella che viene definita “medicina difensiva”, prescrive l’antibiotico in quanto si sente legalmente più tutelato.
Altro fattore che può determinare un’antibioticoresistenza è l’uso non corretto dell’antibiotico, perché viene assunto a dosi non adatte o per periodi non sufficienti per determinare una completa eliminazione del batterio, che rimane quindi nell’organismo in modo latente, potendo provocare successivamente un’infezione molto più difficile da curare.
Quindi per limitare l’eccessivo consumo di antibiotici e per cercare di arginare il preoccupante problema della resistenza agli antibiotici, è importante seguire alcuni consigli:
1) Assumere l’antibiotico solo su prescrizione medica.
2) Rispettare la corretta posologia del farmaco che va assunto in alcuni casi a digiuno, in altri dopo i pasti.
3) Rispettare la durata della terapia prescritta dal medico e non sospenderla alla scomparsa dei sintomi quali la febbre.
4) Lavarsi spesso le mani
5) Vaccinarsi contro l’influenza e altre patologie da virus, in modo da evitare la patologia virale e quindi anche le sue possibili complicanze batteriche.
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