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riflusso gastroesofageo

Reflusso gastroesofageo

Si tratta di una patologia molto frequente che interessa circa il 20% della popolazione,che diventa più evidente in questi giorni di festa,complici l’alimentazione più abbondante e qualche bicchiere di spumante in più. Per reflusso gastroesofageo si intende il passaggio di succo gastrico acido, dallo stomaco all’esofago.

Questo evento è favorito dall’incontinenza del cardias, una valvola situata tra esofago e stomaco che permette il passaggio degli alimenti dall’esofago allo stomaco ed impedisce invece il passaggio in senso contrario. Il succo gastrico è costituito principalmente da acido cloridrico, un potente acido che ha la funzione di disinfettare il contenuto gastrico e di favorire la digestione che avviene a livello intestinale. L’epitelio che riveste internamente l’esofago, a differenza di quello gastrico, non è in grado di resistere al contatto con l’acido cloridrico, quindi i ripetuti reflussi provocano un’esofagite, cioè un’infiammazione dell’esofago che viene classificata in base alla gravità delle lesioni. La classificazione più utilizzata è quella di Los Angeles che distingue 4 gradi di gravità dell’esofagite: Grado A: Presenza di un’erosione < 5 mm limitata ad una plica. Grado B: presenza di un’erosione > 5mm limitata ad una plica. Grado C :erosione che interessa due pliche adiacenti, ma non è circonferenziale. Grado D: Erosione interessante almeno il 75% della circonferenza. L’esofagite da reflusso provoca dei sintomi tipici e sintomi meno tipici. Il più tipico dei sintomi è la pirosi, ossia un senso di bruciore e dolore che si localizza in regione sternale e può irradiarsi anche al dorso. Altri sintomi tipici sono la disfagia, che consiste in una difficoltà al transito di alimenti, soprattutto solidi, attraverso l’esofago e l’odinofagia, caratterizzata dal dolore provocato dalla deglutizione e dal transito di alimenti nell’esofago. Sintomi meno tipici del RGE sono la tosse che è tipicamente secca e stizzosa e la raucedine provocata da un’irritazione della mucosa laringea e delle corde vocali. Inoltre il reflusso gastroesofageo può provocare la comparsa di extrasistoli. La complicanza più temibile della malattia da reflusso gastroesofageo è l’esofago di Barrett . L’esofago di Barrett è una complicanza cronica della malattia da reflusso gastroesofageo che si verifica nell’1-3% dei casi e richiede uno stretto monitoraggio endoscopico ed istologico perché è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di un tumore dell’esofago. La diagnosi è istologica e consiste nell’evidenziare nell’ultimo tratto dell’esofago una metaplasia intestinale, cioè la trasformazione dell’epitelio esofageo, normalmente piatto, in un epitelio simile a quello intestinale che ha un aspetto colonnare, essendo costituito da cellule più spesse
Prima di trattare della terapia farmacologica della malattia da reflusso gastroesofageo, è importante elencare una serie di accorgimenti che possono ridurne l’entità e la gravità. Innanzitutto è importante evitare certi alimenti : caffè, anche decaffeinato, succhi di agrumi, aglio e cipolla crudi, menta,aceto, bevande gassate e alcolici. Molto utile anche evitare il fumo di sigaretta. E’ poi molto importante mettere in atto una serie di accorgimenti quali: assumere i pasti lontano dal momento in cui ci si corica, sollevare il letto dalla parte della testiera di circa 15-20 cm, evitare il sovrappeso, evitare le flessioni del busto, (quindi se ci si deve abbassare per allacciare le scarpe oppure sollevare qualcosa dal suolo,è importante piegare le ginocchia e non il busto), evitare cinture troppo strette, evitare, se possibile, l’assunzione di farmaci anti infiammatori.
La terapia farmacologica si basa sull’assunzione, per lunghi periodi, di farmaci che inibiscono la secrezione di acido cloridrico dalle pareti gastriche. I più efficaci sono gli inibitori della pompa protonica, detti anche prazoli. Altri farmaci utili sono quelli a base di alginato o composti simili, che, oltre a proteggere la mucosa esofagea, formano una specie di schiuma, che si stratifica tra stomaco ed esofago, impedendo meccanicamente il reflusso. Utili poi sono anche farmaci procinetici, da assumere prima dei pasti principali, che favoriscono lo svuotamento dello stomaco (domperidone, metoclopramide, levosulpiride).

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