Rai, con meno risorse pubbliche fa meglio della concorrenza europea

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(Adnkronos) – Dal confronto con gli altri servizi pubblici europei, la Rai può vantare risultati di tutto rispetto. Tra le Big 5 dell’Ebu è tra quelle che mette meglio a frutto le risorse che ha, pur essendo la più penalizzata a livello di finanziamento pubblico. 

Il bilancio 2024 approvato dal Cda Rai il 22 maggio scorso si è chiuso con un risultato netto in pareggio e con un indebitamento netto “attestato su livelli di sostenibilità” e pari a 513 milioni di euro, in miglioramento per circa 55 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Risultati decisamente apprezzabili, considerato il difficile contesto socio-economico mondiale e la presenza, nell’esercizio, dei costi legati ai Campionati Europei di Calcio e ai Giochi Olimpici di Parigi. 

I ricavi consolidati, in aumento di circa 115 milioni di euro rispetto al 2023, registrano la crescita degli introiti pubblicitari (+98 milioni con una quota di mercato del 20,6% in crescita di 0.8 punti percentuali rispetto al 2023), riconducibile da un lato alle buone performance dei programmi Rai e dall’altro proprio all’ascolto generato nel periodo estivo dagli Europei di Calcio e dalle Olimpiadi. 

 

Eppure, proprio alla voce ricavi, i dati Ebu 2023 (gli ultimi disponibili) evidenziano come la Rai, con 2,7 miliardi di euro, sia in penultima posizione tra i Big 5 (ossia i 5 Servizi pubblici più grandi d’Europa che sono Germania, Francia, UK, Spagna e Italia). La classifica vede in testa la Germania con oltre 10,5 miliardi di euro, seguita dal Regno Unito con 6,7 miliardi, dalla Francia con 4,1 miliardi. L’unica che viene dopo la Rai è la Spagna con 2,3 miliardi.  

Su questi ricavi, che includono sia il finanziamento pubblico che la pubblicità e altre piccole voci, la parte di fondi pubblici per Rai incide per meno del 70%, il resto è coperto dalla pubblicità e da altre voci variabili. 

Dei 90 euro che i cittadini italiani pagano di canone, alla Rai ne arrivano 77,8 che corrispondono a poco più dell’86%. Il resto viene assorbito dalla tassa di concessione governativa (4,6%), dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione (5,5%), dall’Iva (4%) e da altro (0,01%).  

Questo rende la Rai uno dei servizi pubblici europei più efficienti, se si considera in particolare la percentuale di finanziamento pubblico che viene reinvestita sulla programmazione, dove Rai, nonostante abbia il canone più basso, è – secondo quanto apprende l’Adnkronos – al primo posto con un 99%. Un dato che non viene eguagliato da nessun altro servizio pubblico europeo: per fare degli esempi, la Francia (France Televisions), la prima dopo la tv pubblica italiana, è ferma all’ 86% mentre la Bbc non supera il 73%. Nel panorama dei servizi pubblici europei, inoltre, la Rai è anche quella con meno dipendenti in assoluto (poco sopra i 12.000). 

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