E’ stata ascoltata in Tribunale a Bergamo, durante il processo con rito abbreviato, la testimonianza dell’insegnate di kung-fu, aggredita nell’ottobre del 2015 a Rogno da un allievo di 29 anni.
La donna ha affermato che tra loro non c’erano stati litigi e discussioni e che lei non si lamentava del comportamento tenuto dal giovane in palestra e che soprattutto tra loro non vi era mai stata alcuna relazione. Davanti al GUP Ciro Iacomino la donna ha raccontato di aver subito nell’ottobre 2015, nel parcheggio davanti alla sua abitazione, un vero agguato: secondo la sua ricostruzione, il giovane era appostato e, quando lei era scesa dall’auto, lui le avrebbe sparato con una pistola ad aria compressa. Lei si era voltata di spalle e quando aveva capito che non si trattava di un’arma vera, si è rigirata verso il giovane e allora lui le avrebbe sparato di nuovo con una pistola contenente liquido urticante. La ragazza era caduta a terra e lui l’avrebbe colpita in testa con un corpo contundente. Infine, quando lei aveva riaperto gli occhi si sarebbe vista l’auto del giovane arrivarle contro: a quel punto aveva fatto in tempo a rotolare di lato per evitare di essere investita. Per l’imputato il pm ha chiesto 4 anni, mentre i difensori hanno invocato l’assoluzione. Il 29enne, secondo una consulenza psichiatrica, soffre di disturbi dell’adattamento sociale e deve rispondere di stalking aggravato, lesioni dolose e tentato omicidio.