Il 1° dicembre 1923 crollava la grande diga del Gleno, liberando 6 milioni di mc. d’acqua, massi, piante e fango. In occasione del centenario di questo giorno terribile che fece oltre 350 morti tra Bueggio, Dezzo di Colere ed Azzone e poi Corna di Darfo in Valcamonica, le autorità scalvine hanno programmato una serie di iniziative. La Parrocchia di Colere si è premurata di attivarsi per aprire questo Centenario presso il Santuario della Madonnina di Colere al Dezzo, che fu completamente raso al suolo. I coleresi lo ricostruirono molto più grande e bello, su disegno del’Arch. Angelini e con il lavoro gratuito di tutta la popolazione guidata dal Parroco di allora don Luigi Piantoni originario di Teveno. Uomini, donne e ragazzi dedicarono tutti i momenti liberi dal lavoro nei campi, trasformandosi in portatori di sassi e ghiaia, muratori e manovali, falegnami ed imbianchini. Fu inaugurato nel 1927 e decorato successivamente. I coleresi hanno fatto da apripista alle manifestazioni, organizzando a proprie spese un concerto del Coro ANA della Valle di Scalve. Per l’occasione è stata portata nel Santuario la statua della Madonna che si salvò dalla totale distruzione della Chiesa di Bueggio. I canti di montagna (compreso anche un canto sul Disastro del Gleno) del Coro degli Alpini della Valle sono stati intervallati dalla lettura di alcuni spunti sulla ricostruzione del Santuario insieme ad alcune toccanti testimonianze di persone che si sono salvate dalle distruzioni di case, alberghi, centrali, stalle e officine nei paesi attraversati dalle acque e dai detriti del Gleno. La località del Dezzo, dove sta il Santuario, registrò il maggior numero di morti.
Una serata che sarà ricordata per il pathos che aleggiava nel Santuario ricordando le tante vite distrutte, senza contare lo sconvolgimento del territorio nel fondovalle, dove ancora oggi persistono movimenti franosi da mettere in sicurezza per evitare altre distruzioni. Il concerto è stato una introduzione ai futuri programmi predisposti dall’apposito comitato che aveva dimenticato il Santuario della Madonnina, ricostruito dai coleresi e diventato poi il riferimento mariano più importante della Valle di Scalve. La statua della Madonna di Bueggio farà ora il giro della Valle di Scalve e non solo. La serata verrà ricordata per le grandi emozioni suscitate nel pubblico con i brani di autori come De Marzi e Dubienshy. Quest’ultimo scrisse alcuni anni fa, per i Cori Alpini, il brano “Acque Montane” per raccontare l’immane tragedia provocata dalle acque della Diga del Gleno. Il M.o Marco Magri di Vilminore ha diretto egregiamente il Coro ANA della Val di Scalve valorizzando le varie voci tipiche dei canti di montagna e degli alpini..
Melle prossime settimane la statua della Madonna di Bueggio verrà accompagnata nelle Parrocchie della Valle di Scalve per un pellegrinaggio a ricordo di tutti i caduti del Gleno.
Violenza di genere: installata una panchina rossa a Chiavenna
Prima Sondrio poi Sondalo, quindi Morbegno e ora a Chiavenna: sono quattro le panchine rosse installate nei Presidi dell’Asst Valtellina e Alto Lario, a rappresentare