La perturbazione della giornata del 5 novembre e della notte successiva ha imbiancato le cime dai 1.600 metri di quote fino ai 3.00 metri del ghiacciaio del Presena che apre la stagione dello sci già da questo sabato 11 novembre.
Le perturbazioni ampiamente annunciate dal pomeriggio di domenica 5 novembre, provenienti da ovest e di forte intensità tra Piemonte e Liguria, meno intense sulla Alpi Centrali, hanno comunque portato il primo carico di neve che si attendeva da tempo e di acqua ristoratrice per valli, pianure, fiumi e laghi. Anche se la precipitazione non è stata eccessiva come quantità e durata, è però sufficiente per modificare in modo deciso il clima che era da tardo mese di settembre, passando a quello di pieno novembre, come è giusto che sia secondo le statistiche meteorologiche del periodo. Per quanto riguarda la neve caduta al suolo bisogna specificare che anche a quote elevate ma in zone vicine a laghi e pianura, come nel caso dell’imbocco delle valli bresciane e bergamasche, la neve ha dato una spruzzata di pochi centimetri solo attorno ai 2.00 metri, come nel caso del monte Guglielmo, soprattutto nella suo versante nord verso la Valtrompia e la Val Palot, mentre a mano a mano si va verso nord-nordest-nordovest la neve è caduta anche a quote più basse, con 10 centimetri al suolo attorno ai 1.600 metri. Il Passo del Tonale, con i suoi 1890 metri di quota, ma anche i passi alpini già chiusi, Gavia, Vivione, Crocedomini, ora sono completamente imbiancati. Bisognerà però attendere ancora una seconda nevicata, più consistente per durata e precipitazione, per poter verificare l’apertura di alcuni impianti sciistici invernali. Soprattutto, è necessario che scendano le temperature per permettere al suolo di ghiacciare e dunque alla neve di non sciogliersi rapidamente. Intanto per la passione di tutti gli amanti dello sci arriva una buona notizia: da questo sabato apre il ghiacciaio del Presena, raggiungibile con la funivia dal passo del Tonale, per poter sciare su neve naturale, caduta abbondante con un manto di oltre 50 centimetri, su quella prodotta dai cannoni in funzione già da alcune settimane.