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Preso con la droga in casa: è il suo 29esimo arresto. Noi proviamo a fare un proposta

Non sappiamo se all’interno delle carceri ci sia un particolare torneo che premia chi sia più affezionato alle patrie galere, ma nel caso di un 48enne di origini tunisine, da molto in Italia , siamo di fronte a un record o quasi. E’ stato arrestato per la ventinovesima volta e sempre per il medesimo motivo: droga. Da notare che non ha mai ottenuto il permesso di soggiorno. E allora ci si domanda: quando riusciremo a farci rispettare .  Quando avremo la forza  di dire basta a  situazioni come questa, quando siamo derisi da uno scarto della società che sa che non gli succederà nulla e continuerà a spacciare  morte e dipendenza  in barba a tutte le leggi che, se questo è il risultato, vanno velocemente modificate?

E già che siamo sull’argomento proviamo a trovare una soluzione per le affollate carceri italiane. Secondo i dati del Ministero un carcerato costa, in Italia, circa 1300 euro al mese. Poi c’è il problema della costruzione di nuove carceri e l’assunzione di nuove guardie carcerarie Un salasso. Lo stesso carcerato, se fosse ospite di un carcere tunisino, costerebbe 300,00 euro al mese. Facciano un patto bilaterale e mandiamo il delinquente nelle carceri del suo paese pagando euro 600,00 mensili. La Nazione chei riprende in carico il suo “patriota” realizza un guadagno di 300,00 euro mensili (derivante dai 600 euro meno i 300’ euro dei costi effettivi)  e per le casse dello stato italiano un risparmio mensile di 700,00 euro + quello  che si risparmia per non dover costruire nuove carceri e assumere nuove  guardie carcerarie Semplice no! Troppo semplice e perciò non fattibile anche perché scenderebbero in piazza  “i delegati del diritto civile”  che sosterrebbero che là le carceri sono troppo dure. E siamo ancora qui a roteare i pollici nell’attesa che per il “delinquente professionale” scatti l’ennesimo  provvedimento di carcerazione che gli farebbe fare un ulteriore balzo in avanti nella classifica dei “vi prendo per il sedere”

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