Farsi un tatuaggio è una moda molto diffusa soprattutto tra i giovani,ma esistono dei rischi collegati ai tatuaggi ed ai piercing. In verità bisogna sottolineare che la possibilità di trasmissione di gravi malattie come l’epatite B e C e l’AIDS è molto remota se il tatuatore è un professionista che utilizza materiali monouso. Quindi quando ci si sottopone ad un tatuaggio bisogna fare attenzione che chi lo pratica usi alcune importanti accortezze, per evitare la trasmissione di malattie infettive, ma anche l’insorgenza di infezioni cutanee nella sede del tatuaggio. L’ambiente scelto deve avere le stesse caratteristiche igieniche dello studio del dentista, il professionista deve lavarsi accuratamente le mani e indossare un paio di guanti sterili , aghi e tubi devono essere usa e getta oppure sterilizzati in autoclave, quindi in confezione sigillata, l’inchiostro deve essere nuovo. Ci sono poi categorie in cui tatuaggi e piercing sono controindicati, dalle donne in gravidanza a chi ha malattie croniche come il diabete o malattie del sistema immunitario che aumentano il rischio di infezioni. Da non trascurare è anche il rischio di reazioni allergiche agli inchiostri utilizzati per il tatuaggio e ai metalli dei piercing. Un altro rischio importante del tatuaggio, che è tanto maggiore quanto più è estesa la zona cutanea interessata, è la diagnosi tardiva di un eventuale melanoma. I tatuaggi non aumentano il rischio di melanoma, ma possono renderne più difficile la diagnosi. I pigmenti infatti ostacolano il monitoraggio dei nei, i cui cambiamenti rappresentano il segnale della trasformazione in forma tumorale. Pensiamo ad esempio ad un tatuaggio su un neo sospetto, coprirlo rende più difficile individuarne le caratteristiche di rischio. Nei soggetti a pelle molto chiara, con più di cento nei, con almeno 5 nei atipici o con casi di melanoma in famiglia, i tatuaggi sono altamente sconsigliati. Un neo atipico inoltre può insorgere nella zona cutanea già ricoperta dall’inchiostro del tatuaggio, quindi anche se il professionista fa attenzione a non ricoprire nei con il tatuaggio, il rischio non è azzerato. E’ inoltre dimostrato con vari studi che le particelle dell’inchiostro che compongono il tatuaggio vengono trasferite, attraverso vasi linfatici, fino ai linfonodi ,che quindi assumono il colore del tatuaggio. Il processo interessa anche i cosmetici e le creme solari. Tali studi non vogliono sollevare inutili allarmismi, l’uomo si tatua la pelle da più di 5000 anni , ma invitare gli addetti ai lavori a prestare attenzione alla composizione dell’inchiostro, destinato a rimanere a lungo nell’organismo.
Altra moda molto diffusa tra i giovani e gli adolescenti è l’applicazione dei piercing.
Le sedi più frequenti sono : l’ombelico, la lingua, il padiglione auricolare e l’arcata sopraciliare. L’applicazione alla lingua ha un rischio elevato di sanguinamento, ulcerazione, alterazione del gusto e della sensibilità, interferenze con il linguaggio e la masticazione.
Per l’orecchio l’infezione della cartilagine può determinare una pericondrite, affezione difficile da trattare e che, se non curata adeguatamente, può provocare dei danni estetici permanenti. Il piercing all’ombelico,per la sua conformazione, espone spesso a rischio di infezione locale.
L’arcata sopraciliare è una zona percorsa dall’ arteria sopraccigliare e arteria angolare del naso; la lesione di questi vasi comporta un sanguinamento importante il cui controllo può risultare impegnativo anche per un Chirurgo.
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