Un cielo terso e un tiepido sole, uniti dalla volontà di ritrovarsi, dopo i brindisi della notte, e dal ricordo di un grande amico “andato avanti” il giorno di Natale. Sono stati centinaia (secondo alcuni più di mille) gli escursionisti che si sono dati appuntamento mercoledì 1 gennaio ai 1632 metri della vetta del Pizzo Formico per la tradizionale messa di Capodanno. Ai piedi della grande Croce innalzata in territorio di Clusone nel 1933 a celebrare il rito è stato don Tommaso Frigerio, vicerettore del Seminario di Bergamo. Non poteva mancare un ricordo per don Martino Campagnoni, spentosi a 97 anni il giorno di Natale di quest’anno. Fu proprio lo storico direttore del Patronato San Vincenzo di Clusone, nel 1970, a trasformare in puntuale pellegrinaggio l’abitudine di salire sul Formico con alcuni amici (fra cui Attilio Pezzoli e Guerino Giudici) la mattina di Capodanno. Sino al 2015 don Campagnoni aveva sempre celebrato la messa in quota.
La Croce fu innalzata nell’Anno Santo della Redenzione (a 19 secoli dalla morte di Cristo) ed anche il rito di quest’anno ha difatto aperto il Giubileo della Speranza.
Davvero tanto gli escursionisti saliti da Clusone (fra loro anche il sindaco Massimo Morstabilini con il vice Roberto Balduzzi, delegato Promoserio, e Alessandra Tonsi, assessora alla cultura. Tanti anche coloro che sono saliti da Gandino e dal Monte Farno, pronti a godere di un panorama a 360 gradi su Alpi e Prealpi, con Alben ed Arera a sud, Alta Val Seriana, Altopiano di Clusone, Redorta, Coca e Presolana a Nord e piana della Montagnina e Rifugio Parafulmine con qualche timida spruzzata di neve. Sin d’ora per tutti l’appuntamento all’anno prossimo.
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