L’appuntamento è al Bar “Il Caravaggio”, in centro a Bergamo, al n. 3 di via Paglia, proprio di fronte al mio Studio, per “prendere un caffè insieme” a due Amici, che mi hanno chiesto di potersi incontrare, non conoscendosi di persona, anche se entrambi lavorano e vivono a Lugano, in Svizzera.
Uno di questi è Marco Angeloni: un ragazzo, che è nato a Bergamo, oramai laureato, e che molto semplicemente potrebbe essere definito “un cervello in fuga dall’Italia”, e che ora è approdato in Svizzera, ove sta specializzandosi con Master post laurea all’Università di Lugano.
L’altro Amico (che è amico da molto più tempo, perché meno giovane) è Pietro Ghislandi, un noto attore, artista “tuttofare”, Bergamasco anch’egli, che ha avuto successo a livello nazionale, e che per lavoro, da qualche anno, si trova a Lugano, perché protagonista di una seguitissima trasmissione culturale che va in onda in prima serata sulla Televisione Svizzera: altro cervello (e sorriso) che è pure “in fuga dall’Italia”.
La ragione dell’incontro è un’intervista che Marco Angeloni, che è anche apprezzato redattore del mensile “L’universo”, edito dal ‘Corriere del Ticino’ per conto dell’Università di Lugano, ha chiesto a Pietro Ghislandi, in ragione del grande successo che la trasmissione “Turné soirée”, che va in onda su “LA 1”, il canale più importante e seguito della RSI, ha ottenuto (e sta ottenendo), specie se si pensa che è molto difficile proporre in qualsiasi nazione la cultura in televisione, e per di più in prima serata.
L’empatia tra i due Bergamaschi, entrambi “emigranti” in Svizzera, è immediata e la si percepisce subito, “a pelle”, e non dipende solo dal buon caffè servito da Orietta, assieme ad Elena. C’è di più: è la condivisione di un percorso simile tra i due; molto simile, forse troppo simile. Eppoi, c’è il piacere di incontrarsi, di conoscersi, ma anche di ritrovarsi, scoprendo un ’’idem sentire’ su tanti temi.
Si capisce subito, sin dalle prime parole (e dai primi sorrisi), che le radici, per entrambi, sono qui a Bergamo, così come anche il cuore di tutti e due batte forte, molto forte, quasi come un tamburo, mentre si parla della nostra Città.
Un sole di fine estate accarezza i visi, i discorsi sono intensi e molto fluidi, e così il tempo vola molto in fretta.
Far incontrare due persone che prima di quel momento non si conoscevano e capire che subito parlano tra loro come “Amici d’antica data” è davvero molto piacevole.
Da quell’incontro, oltre a nascere l’intervista di Marco Angeloni a Pietro Ghislandi, sbocciano anche altri progetti. Pietro Ghislandi parla e ti coinvolge, ti affascina e così ti fa “toccare con mano” il gusto e la passione che da sempre lo accompagnano. Senza dubbio questa è la ragione principale, insieme alla sua pervicace determinazione, che gli hanno fatto raccogliere più successi, in una carriera che prosegue da più di trent’anni, e non pare arrestarsi. Anzi, durante tutto il mese di novembre egli sarà protagonista di uno spot per “Unieuro”, che andrà in onda in Italia su tutte le televisioni, del quale è entusiasta, ancora una volta, in modo coinvolgente.
Ascoltando con attenzione il suo eloquio, frammisto con qualche frase da ventriloquo, si percepisce che “nel suo cuore c’è un amore speciale per Bergamo”, la sua Città; ma dentro a quel cuore c’è, forse e probabilmente, anche un po’ d’amarezza per non essere stato del tutto ricambiato, con eguale amore; anche se lui, da artista vero, di fronte a quella domanda, così diretta ed inattesa, nega. Stavolta, però, il sorriso è un po’ triste, ed è quel sorriso che ha soltanto un bravo comico, capace di esorcizzare il dolore e la sofferenza, che ognuno di noi si porta dentro: e così, come per magia, in un attimo tutto diventa più lieve.
L’Amicizia e gli affetti s’irrobustiscono anche in questo modo, “bevendo un caffè insieme”, conoscendosi, complice quel sole di fine estate, ma, soprattutto, anche quella luce, speciale ed unica, che sboccia da quel grande quadro del Caravaggio appeso alla parete del bar. I nostri due Amici, pur non essendo pittori, attraverso le loro opere, fanno splendere Bergamo, nella vicina Svizzera, che ora sorride, senza timore e senza paura, grazie a Pietro Ghislandi.
A cura di Giorgio Rossi
Qui di seguito, per gentile concessione di Marco Angeloni, redattore de’ “L’UNIVERSO”, mensile dell’Università di Lugano (Svizzera), edito dal Corriere del Ticino, pubblichiamo l’articolo/intervista a Pietro Ghislandi, che sarà in stampa in Svizzera durante il mese di novembre.
“UN ARTISTA TUTTOFARE (POLIEDRICO)
MUSICA, VENTRILOQUIA, RECITAZIONE, COMICITÀ E IL RITORNO ALLA RSI, PIETRO GHISLANDI SI RACCONTA
«Voci, suoni, rumori e imitazioni sono le mie passioni fin da bambino»
Dalle improvvisazioni al palcoscenico, dal pianoforte al grande schermo
1. Una carriera poliedrica, intensa e non indifferente; come si definirebbe?
Il mio percorso formativo è particolare.
Ottenuta la maturità liceale, nonostante la mamma maestra e il papà segretario comunale volessero indirizzarmi verso studi universitari scientifici o letterari, ho iniziato a frequentare una piccola scuola di teatro provinciale e il Conservatorio della mia città. Queste due esperienze formative mi hanno permesso di ottenere gli strumenti di una prima impostazione artistica. Il mio intento consisteva nel diventare un attore autonomo e libero professionista, svincolato dalle compagnie teatrali.
Visto il mio passato di compositore [brani con Claudio Ranalli], musicista [pianista], caratterista [Vajont; Porzus], attore [Il principe e il pirata; Il paradiso all’improvviso] e comico; se dovessi scegliere un epiteto, mi definirei artista “tuttofare”.
2. È stata però un’altra arte a portarla sul grande schermo
Fin da bambino mi divertivo a emulare rumori e giocare con la voce. Ad esempio, durante l’intervallo dei concerti di fisarmonica dello zio Luigi, salivo sul palco per imitare suoni e persone. Già allora possedevo una marcata duttilità delle corde vocali.
La passione per le voci mi ha portato a improvvisare piccoli spettacoli nel periodo di leva militare, dove facevo divertire i miei commilitoni con un pupazzo di pezza “parlante”.
Qualche anno più tardi, nel 1986, ho fatto il provino alla Rai per partecipare, insieme al mio pupazzo Sergio, al programma “Fantastico 7” condotto da Pippo Baudo. In tale occasione ho avuto la fortuna di arrivare in finale, quindi di farmi conoscere non più solo a livello locale, ma anche nazionale.
In quell’occasione è iniziata la mia carriera da professionista. La ventriloquia è alla base del mio spettacolo «Il ventricolo sinistro», in tournée in tutta Italia.
3. Nella sua ricca attività ha collaborato anche con il “Walt Disney italiano”
A seguito dell’esibizione in Rai, sono stato contattato dal celebre disegnatore e animatore Bruno Bozzetto. Il mio lavoro era quello di dare la voce ai suoi personaggi in molti dei suoi cortometraggi, come il Signor Rossi. Tali interpretazioni hanno permesso di allenare le corde vocali e, allo stesso tempo, sviluppare la fantasia. Oltre al rapporto professionale, con Bruno si è instaurata una profonda amicizia, che dura tutt’oggi.
È per merito suo che, negli anni Novanta, sono stato chiamato da Osvaldo Cavandoli, disegnatore e fumettista, per svolgere il ruolo di sostituto del doppiatore de “La Linea”, il personaggio protagonista dei fumetti.
4. Il sabato sera è tornato su LA 1 in prima serata
Sì. Dopo il grande successo ottenuto nelle due scorse edizioni, sabato 2 novembre è andata in onda la prima puntata di “Turné soirée”, con Damiano Realini e Mariarosa Mancuso. Il programma porta sapientemente i libri nella prima serata su LA 1, il canale ammiraglia della RSI.
All’interno della trasmissione, come scritto dal professore e critico televisivo Aldo Grasso sul Corriere della Sera, «spetta al comico e ventriloquo Pietro Ghislandi interpretare a suo modo gli argomenti della serata, perché parlare di libri, sia chiaro, non è una punizione».
Marco Angeloni, Redattore de’ “L’UNIVERSO” dell’Università di Lugano (Svizzera)