Da sabato 1 aprile e sino a sabato 3 giugno lo spazio “La Via Lattea” di Torino (via Peyron 17/f) ospita la mostra “Pieni di vuoto” dell’artista bergamasca Patrizia Bonardi di Casnigo, fondatrice a Leffe del BACS, spazio destinato a mettere in relazione arte e sociologia. La mostra torinese è a cura di Miroslava Hajek e vuene inaugurata sabato 1 aprile alle 17. Gode del patrocinio dell’Accademia Albertina di Belle arti di Torino e del MAU.
“Diamo senso alle nostre vite – si chiedono artista e curatrice nella presentazione – pur nella confusione del presente individuale, interpersonale e sociale? Il nostro punto di vista è talmente unico da essere difficilmente conoscibile, nonostante in noi vi sia il desiderio di dialogare. Viviamo solitudini profonde a cui a volte aspiriamo come riparo dalle intemperie relazionali, ma nella cura reciproca quotidiana cerchiamo la dignità dei nostri giorni terrestri.Cos’è il vuoto che ci riempie nonostante gli sforzi per prendere forma e scegliere direzioni coraggiose?
Pare un vuoto da ascoltare, messaggio di umiltà, leggerezza matura che permette di accogliere la vita, facendoci attraversare dalla non solidità delle nostre esistenze.
In questo vuoto umile accogliamo un’essenza di finitezza. Sentiamo il rispetto per la morte di ogni uomo.Nel profondo silenzio dei momenti di passaggio, nei momenti in cui le vite delle persone ci lasciano, la loro perdita risuona in noi.
Vorremmo che le loro esistenze liberate dalle gabbie esistenziali, trovassero luce ascendendo piene di vuoto”.
In questa ricerca esistenzialista si pone la personale di Patrizia Bonardi, in cui l’artista propone tre nuovi lavori, in dialogo con la grande installazione Nassa e il dittico Identità entrambe a Torino.
Questi due lavori sono caratterizzati dalla presenza di una delle unità minime di Bonardi, il bendaggio medico intinto nella cera d’api. Nel caso di Nassa è una struttura metallica sviluppata in altezza, ad essere rivestita da bendaggi cerati, che col loro intrico formano la superficie.
Nei due pannelli di Identità[, i bendaggi intrisi di cere d’api, sono tesi e annodati su un telaio vuoto al centro.
La nuova installazione Luce – in cui la luminosità della cera d’api ascende su una struttura scultorea – affianca Nassa. L’installazione ha nel disegno presente in mostra, realizzato alla morte di un coetaneo, l’ispirazione progettuale.
Vi è infine il grande lavoro pittorico Negli occhi Dio il caos del mondo in cera d’api pura e pigmentata su legno che occuperà la parete centrale del piccolo centro indipendente LA VIA LATTEA . Il dipinto è debitore dell’incontro con lo scritto di Isaac Bashevis Singer Nemici una storia d’amore, romanzo che l’autore pubblicò in lingua yiddish nel 1966.
L’ascolto di Singer, durante l’esecuzione del dipinto è stato immersivo, tanto da poterne definire gli esiti pittorici semiautomatici, come in passato lo sono stati quelli di Deserti e di Giardini interiori.
La mostra sarà visitabile gratuitamente dalle 11 alle 17 nelle date 29 aprile, 20 maggio e 3 giugno, con la presenza dell’artista.
Per visite gratuite in altre date scrivere a vialattea.to@gmail.com
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