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La Lombardia è la regione più a rischio attentati terrostici. Lo ha certificato una recente indagine di Demoskopika e gli allontanamenti di jihadisti dal territorio lombardo lo confermano.

Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, commentando le inchieste pubblicate dal ‘Corriere della Sera’ e ‘Il fatto quotidiano’ relative a nove immigrati pro-Isis residenti sul territorio lombardo ed espulsi in 17 mesi.
“Queste persone – ha aggiunto l’assessore – erano residenti a Brescia, Chiari (Bs), Cremona, Gallarate (Va), Merate (Lc) e Usmate (Mb) a dimostrazione di come tutto il territorio regionale sia coinvolto. Il rapporto con l’Islam è complicato. Chiediamo al Governo di intervenire per garantire la sicurezza dei lombardi. Innanzitutto non possiamo più ospitare immigrati, perché il nostro territorio è saturo. In secondo luogo chiediamo nuovi agenti delle forze dell’ordine da destinare a ogni provincia. Non possiamo permettere inoltre l’istituzione di nuove moschee fino a quando il mondo islamico non siglerà un accordo con lo Stato, visto che è l’unica comunità religiosa a non averlo ancora fatto. Questo documento deve prevedere il riconoscimento della parità di diritti tra genere, deve garantire che le donne non indossino veli integrali e non vengano sottoposte a mutilazioni genitali, deve rinnegare la poligamia, deve rinnegare totalmente la jihad e deve accettare la presenza di simboli cattolici negli edifici pubblici”.
“La Regione Lombardia è gia avanti – ha concluso Bordonali – e grazie alla legge urbanistica sui luoghi di culto abbiamo posto un freno al proliferare di moschee di fortuna, ma serve un intervento deciso del governo per evitare pericoli”.