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Pellet non sicuro; la Guardia di Finanza ne sequestra oltre 210 tonnellate. Indagini anche in provincia di Bergamo

I militari della Guardia di Finanza di Venezia, nell’ambito delle azioni di contrasto finalizzate alla repressione degli illeciti che incidono sul regolare funzionamento del mercato e dell’economia, hanno proceduto, nei giorni scorsi, al sequestro penale di oltre 210 tonnellate di pellet ritenuto non sicuro.

Su di un mezzo pesante fermo in un’area di sosta dell’autostrada,  con rimorchio di nazionalità slovacca,  venivano rinvenuti 21 tonnellate di pellet, divisi in sacchi di plastica, riportanti il marchio ENplus® A1 (il marchio rappresenta la certificazione più diffusa attestando la qualità del prodotto, la tracciabilità e il ciclo di vita del pellet. L

Poiché dagli accertamenti condotti veniva constatato che l’azienda slovacca, produttrice del pellet, non era più autorizzata, a commercializzare il prodotto  il pellet trasportato veniva sottoposto a sequestro penale d’iniziativa.

I finanzieri, quindi, si sono subito attivati, anche attraverso la collaborazione del Centro di Cooperazione Internazionale di Polizia di Thörl Maglern (Austria), per ricostruire i quantitativi della stessa tipologia di pellet importata in Italia, accertando che altri carichi, nei giorni precedenti, erano stati già consegnati a clienti/rivenditori italiani insistenti principalmente nella regione lombarda.

Si è dato corso, quindi, all’esecuzione di perquisizioni locali presso le province di Bergamo, Cremona e Mantova, permettendo, in tal modo, di sottoporre a sequestro penale ulteriori 190 tonnellate di pellet.

Sono tuttora in corso attività di campionamento dei prodotti sequestrati per le opportune analisi di laboratorio, necessarie per accertare  la presenza di sostanze chimiche tossiche e nocive per la salute

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