(nella foto scattata molti anni fa com’era il Bar delle Rose dopo i primi tantativi, andati a male di trasformare l’area; in evidenza il canale scolmatore, ancora oggi responsabile del rilascio di acuqe di fogne,segnato da una fila di alberi)
La fotografia scattata nel giugno 2025 da Goletta dei Laghi di Legambiente rivela una realtà ancora fortemente critica per il Sebino – il nostro Lago d’Iseo – che si conferma tra i più colpiti e resta tutt’altro che rassicurante. E questo avviene negli stessi periodi che alla Regione Lombardia sono state presentate le prospettive che si aprono nella zona e nell’intero territorio del più popoloso comune dell’alto Sebino alla ricerca di un rilancio turistico che possa cambiare volto all’ambiente e alle prospettive economiche dell’area
I dati parlano chiaro: dei cinque punti sottoposti ad analisi sul Sebino, quattro risultano «fortemente inquinati e due di questi sono a Costa Volino». Le criticità si concentrano in particolare nella foce del torrente Calchere a Sulzano, nello sfioratore comunale in località Darsena a Pisogne, nella foce del fiume Oglio a Pizzo e nel canale vicino alla spiaggia «Bar delle Rose» a Costa Volpino. Solo la foce del torrente Borlezza a Castro è risultata conforme ai limiti di legge.
Proprio questa mattina il sindaco Federico Baiguini lanciava su internet un post con il quale annunciava l’avvenimento di domani come l’inizio di una nuova era per il turismo della sponda nord, e sollecitava a prendere confidenza con la zona anche per un tuffo nell’acqua, Invece bisognerà prendere di petto il problema dei tanti canali che fino ad una quarantina d’anni fa erano stati trasformati in canali di scolo delle acque reflue e come deposito di un grande quantitativo di materiale inquinante seppellito
Secondo Emilio Bianco, portavoce della Goletta dei Laghi, la situazione del Sebino riflette problematiche strutturali legate a una depurazione inefficiente e alla presenza di scarichi abusivi. «Il peggioramento rispetto al 2023 – anno in cui la siccità aveva ridotto il carico inquinante – è evidente», spiega Bianco, sottolineando la presenza di «elevate concentrazioni di batteri fecali che non possono più essere attribuite a eventi occasionali, ma denunciano carenze croniche nei sistemi di trattamento delle acque reflue».
Anche Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, richiama l’urgenza di un intervento coordinato «I vent’anni della nostra campagna parlano chiaro. È indispensabile investire in depurazione e ciclo integrato delle acque, promuovendo politiche territoriali condivise per garantire salute pubblica e tutela degli ecosistemi lacustri».
I prelievi, effettuati tra il 10 e il 19 giugno 2025 da tecnici e volontari dell’associazione, hanno seguito un rigoroso protocollo scientifico. I parametri analizzati – enterococchi intestinali ed Escherichia coli – sono indicatori della presenza di contaminazioni fecali, che compromettono la sicurezza e la balneabilità di molte aree.
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