Tra i 40 ospedali italiani che offrono percorsi e servizi dedicati alle donne con tumore all’ovaio o all’endometrio, selezionati per la loro alta specializzazione e multidisciplinarietà della presa in carico, c’è anche l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, unico ospedale della provincia ad aver ottenuto questa selezione. La mappatura dei “Percorsi di Oncologia ginecologica a misura di donna” è stata realizzata dalla Fondazione Onda e presentata al Senato il 15 marzo 2023.
L’iniziativa, sostenuta da GSK, ha coinvolto 130 ospedali italiani già insigniti del riconoscimento dei “Bollini Rosa” per l’attenzione ai percorsi femminili di diagnosi e cura. La selezione delle 40 strutture è avvenuta attraverso la validazione della candidatura, dei servizi offerti e dei risultati, da parte di un apposito Advisory Board.
L’Ospedale Papa Giovanni XXIII è un centro di terzo livello specializzato in ostetricia e ginecologia, capace di offrire alla paziente una presa in carico personalizzata grazie alla chirurgia di precisione e alle terapie farmacologiche sempre più aggiornate, anche grazie alla partecipazione a studi clinici. Inoltre, le pazienti ad alto rischio eredo-familiare di sviluppare neoplasie possono accedere a una consulenza oncogenetica specifica e a un servizio psicologico, insieme ai loro familiari. L’Ospedale offre inoltre servizi di supporto alla donna, con mediatori culturali e associazioni di volontariato.
La presa in carico della paziente ai percorsi oncoginecologici è semplificata al massimo: basta inviare una mail al centro ginecologiaoncologica@asst-pg23.it con la diagnosi o la ricetta con il solo sospetto diagnostico. Gli specialisti contatteranno la paziente per la successiva presa in carico per le indagini e le cure.
Secondo Marco Carnelli, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII, l’approccio multidisciplinare che viene offerto alle pazienti affette da patologia oncologica permette una presa in carico a 360 gradi, con l’attivazione di un “tumor board” multidisciplinare che coinvolge radiologi, medici nucleari, radioterapisti e anatomopatologi, insieme a percorsi ad hoc di sorveglianza per le pazienti portatrici di sindromi di predisposizione genetica.