Un’esperienza importante e per certi versi pionieristica, condivisa con dirigenti e docenti di ogni parte d’Italia. Una folta delegazione dell’Istituto Comprensivo di Gandino ha partecipato a Milano (nell’ambito dell’evento fieristico “Fai la cosa giusta”) al primo Convegno della Rete Nazionale Scuole Green. Nata nel settembre 2019 su iniziativa di alcuni dirigenti scolastici per accompagnare e sostenere i giovani impegnati nei primi scioperi globali sul clima, la Rete ha visto una rapida crescita fino a coinvolgere quasi mille scuole italiane diffuse in oltre ottanta province. Si fonda sulla capillarità dell’azione di base, efficace strumento per far crescere conoscenza e consapevolezza rispetto ad un nuovo modello di sapere, fondato sull’interdipendenza delle conoscenze per affrontare la complessità naturale e sociale e guidare pratiche individuali e collettive.
Ai lavori congressuali sono intervenuti dirigenti e docenti da Roma, Viterbo, Grosseto, Udine, Gaggio Montano, Rimini, Genova, Milano, Siena, Arezzo, Montevarchi, La Spezia e, appunto, dalla Val Gandino. La dirigente dell’Istituto comprensivo Rita Micco che riunisce Gandino, Casnigo e Cazzano S.Andrea ha proposto un’articolata relazione sull’esperienza che in questi anni ha consentito di “coltivare saperi”. Nei diversi plessi scolastici i docenti e i ragazzi, supportati da genitori, amministrazioni comunali e associazioni del territorio, hanno dato corpo a una riflessione e pratica sulla natura come modo di conoscere se stessi e il proprio ruolo nella comunità attraverso esperienze condivise, come la realizzazione di un orto e di un frutteto e di un’area all’aperto utilizzata come aula didattica. “Coltivare un orto a scuola – ha sottolineato Micco – è coltivare prima di tutto dei saperi che hanno a che fare con i gesti, con un apprendimento esperienziale che i bambini non sempre hanno modo di sperimentare. Coltivare a scuola è un modo per imparare a conoscere il proprio territorio, il funzionamento di una comunità, l’importanza dei beni comuni e dei saperi altrui. E’ un’attività interdisciplinare adattabile ad ogni età, un’occasione di crescita in cui si supera la divisione tra insegnante e allievo e si impara condividendo gesti, scelte e nozioni, oltre che metodo. L’orto scolastico rappresenta uno strumento di educazione ecologica in grado di riconnettere i bambini con le radici del cibo e della vita. Promuove e favorisce, un percorso di attività nel quale ogni alunno possa assumere un ruolo attivo nel proprio apprendimento e, da protagonista, sviluppare al meglio le proprie inclinazioni. La soddisfazione poi di veder germogliare ciò che si ha seminato rende ogni bambino fiero del proprio lavoro e questo suo essere gioioso è un qualcosa che va aldilà dei voti o dei complimenti ricevuti, è una sorta di meraviglia e di stupore dinnanzi alla natura- L’orto di una scuola, quindi, non rappresenta il fine, ma il mezzo dell’azione educativa. Uno spazio in cui si condividono saperi ed esperienze, uno spazio in cui si insegna e si impara in modo diverso, mettendosi in gioco tutti, ma soprattutto si impara ad essere e fare comunità”.
“Bisognerebbe davvero puntare – è l’auspicio della dirigente – ad avere un orto per ogni scuola, garantendo che ogni classe abbia il suo spazio da gestire, se ne prenda cura con continuità e ne faccia un oggetto di riflessione comune. Un cortile dove giocare e un orticello da coltivare, dovrebbero essere considerati requisiti minimi per ogni struttura scolastica”.
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Da giovedì al Museo di Sondrio saranno esposti i lavori realizzati dai pazienti durante i laboratori di arteterapia Visite psichiatriche e psicologiche e accesso allo