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Prima di dare  inizio alla stesura dell’articolo e prima della lettura da parte di ci segue vogliamo fare una precisazione che, pare scontata, ma non lo è vista la reazione di molti che ci accusano di essere, a seconda dell’interpretazione che si vuol dare, accaniti sostenitori di una o dell’altra parte.

Il concetto di notizia può apparire sfuggente o soggettivo, ma esiste uno schema giornalistico molto preciso per valutare. Preciso, ma dinamico. Ciò che è considerato degno di nota può mutare a seconda del ciclo di notizie complessivo, dello scenario del momento e di una serie di altri fattori. Le scuole di giornalismo insegnano a individuare questi fattori, che possono essere declinati in modi diversi, ma nella sostanza si possono sintetizzare nelle semplici linee guida che vedremo di seguito. Torniamo, quindi, a trattare una notizia che riguarda orsi e lupi non perchè vogliamo incidere o meno nel mantenimento dello status quo, ma perchè nelle ultime ore si sono verificati fatti che devono essere raccontati. E’ gradita, quindi, la correttezza e soprattutto evitate di apostrofarci con offese gratuite

 

C’è un rischio per il futuro di orsi e lupi sulle Alpi e vanificare gli sforzi che si sono fatti pe garantire la presenza di questi animali sulle nostre montagne. Lo ribadisce il CAI con una presa di posizione affidata ad un comunicato emesso proprio in questi giorni Gli orsi trovati morti o tolti dal territorio per motivi gestionali sono infatti sette, che salgono a nove se si considerano anche i due piccoli dell’anno, uno morto e uno recluso Vista la mancanza di una trasparente comunicazione, il Gruppo di lavoro sui Grandi Carnivori del Club alpino italiano ribadisce la necessità urgente di una forte presa di posizionee, affinché si ponga fine a questa inaccettabile situazione.

Si deve discutere, serenamente e su basi scientifiche –afferma il CAI – sulla gestione di orsi e lupi, comprendendo le ragioni di chi lavora e abita nei territori montani, condividendo anche alcune necessità reali nel trovare un equilibrio condiviso degli assetti naturali con quelli umani e di sicurezza, ma non si può  tacere, tollerare ed accettare il clima d’odio e di “caccia alla streghe” che si è creato e che probabilmente è alla base di quello che sembra essere un miope e illegale “regolamento di conti”.

Il Cai ritiene fondamentale affidarsi a documenti tecnici approvati e condivisi, e che hanno una valenza giuridica.  Ribadisce l’urgenza di avere uno strumento anche per il lupo, come il nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia (l’ultimo approvato è scaduto nel 2007 quando la situazione del lupo in Italia era molto differente), che purtroppo è in attesa di approvazione in conferenza Stato-Regioni da ormai troppo tempo.

Sul fonte opposto operano quelli che vorrebbero scacciare orsi e lupi dalle Alpi. Ad esempio, in Alta Valtellina e Grosio il Comitato Alta Valle per la tutela di persone e animali dai lupi, sono state consegnate lunedì 13 novembre a Roma le 3480 firme raccolte in questi e le 3190 raccolte durante l’estate da Michele Corti,a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, in un incontro voluto  dai comitati lombardi di allevatori e cittadini, preoccupati della sempre più invasiva presenza dei lupi

Sabato 18 novembre, al Centro visitatori Parco, le firme dell’Alta Valtellina saranno consegnate da Roberto Compagnoni (Comitato Alta Valle) al presidente Commissione montagna, Consiglio regionale, Giacomo Zamperini, in un incontro. Il fine, è sostenere la richiesta di bloccare l’adozione di un Piano Lupo, sbilanciato a favore della conservazione della specie, in un contesto che vede l’Italia quale paese con più lupi in Europa, la massima densità al mondo, la continua crescita. “Un Piano che – dicono i firmatari – escludendo forme di sicurezza e contenimento, condanna pastorizia e allevamento estensivo, carente di misure di contrasto del fenomeno lupi confidenti, quelli senza più paura per l’uomo, pronti ad attaccarlo “.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Santa Caterina Valfurv